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LA GESTIONE DELLA CRISI POST-TRAPIANTO IN CONDIZIONI DI STRESS DA CALDO

17-09-2021 17:21

Raggio Verde

Attività Agronomica ed Esperienze di Campo, Ricerca e Fitoiatria, Cultura Agraria, Pomodoro, Agriges, Tyler, Stress colturale,

LA GESTIONE DELLA CRISI POST-TRAPIANTO IN CONDIZIONI DI STRESS DA CALDO

Abbiamo ampiamente parlato del concetto di stress come l’influenza svantaggiosa, per le piante, di uno o più fattori esterni, in grado di limitare...

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Abbiamo ampiamente parlato del concetto di stress come l’influenza svantaggiosa, per le piante, di uno o più fattori esterni, in grado di limitare l’attività di crescita e riproduzione delle piante.

 

Ciò è ancora più accentuato per le plantule appena messe a dimora e in accrescimento, specie nel periodo odierno, a cavallo tra l’estate ormai quasi postuma e i primi sbalzi termici caratterizzati tra le elevate punte diurne e gli abbassamenti serali repentini.

 

In questa fase resta di fondamentale importanza quindi riuscire a disporre di un ambiente quanto più confortevole possibile, mettendo a proprio agio sia la radice in esplorazione dei primi strati, sia la porzione epigea in accrescimento ma condizionate del microclima serra sempre maggiormente condizionato dall’elevato range termico vigente.

 

L’elevata tendenza alla traspirazione diurna, unitamente ad una radice non ancora perfettamente acclimatata, favoriscono la produzione di fitormoni della senescenza, come l’acido abscissico e l’etilene, a scapito di auxine e gibberelline (fitormoni della crescita), in grado di ridurre e ricalibrare l’area fogliare, riducendone lo sviluppo e alterando la funzionalità degli stomi: foglie non perfettamente funzionanti non garantiscono la corretta distribuzione dei fotosintetati per tutti gli organi della pianta. Gli ormoni della senescenza determinano inoltre l’anticipo della fioritura nei palchi in formazione, nonché una maggiore sintesi di lignina, favorendo quindi l’indurimento delle giovani plantule, ancora caratterizzate da scarso sviluppo vegetativo.

 

È pertanto fondamentale poter intervenire sin dalle prime fasi di crescita, a dimora, intervenendo su:

  1. l’attecchimento e la crescita della rizosfera, mediante l’ausilio di induttori della crescita radicale, contenenti acidi organici, facilmente assimilabili e metabolizzabili, L-amminoacidi liberi e pronti per lo sviluppo dei tessuti, fitormoni di origine naturali e, sicuramente elementi come N, P, K e umati (Rootex e H850, Cosmocel);
  2. acidi carbossilici complessati con Ca++ (Soilex, Cosmocel), in grado di ridurre il potenziale osmotico presente nel substrato e l’eccessiva presenza del Na+ nell’acqua irrigua, favorendo le capacità assorbitive della rizosfera e garantendo alle foglie l’idonea capacità traspirativa e fotosintetica;
  3. fertirriganti puri e a basso apporto di Cloro, somministrati appena dopo la crisi di trapianto, in grado di nutrire le plantule senza subire stress alcuno a causa della presenza ridotta di Na+ e Cl- nella soluzione nutritiva.
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Un esempio concreto è dato dall’esperienza maturata in talune aziende, documentata dall’esposizione del protocollo accennato in quest’articolo e ben visibile nelle foto allegate. 

 

La coltura è un pomodoro tipo marmande varietà Raffy F1, trapiantato a fine agosto e condotto con una EC dell’acqua irrigua di circa 7.800 mS/cm. Esso, immediatamente dopo il trapianto (T+ 3 gg), è stato trattato con Rootex e H850, al fine di ampliare maggiormente l’apparato radicale; dopo la crisi (T+7gg), la stessa specialità radicante è stata affiancata da prodotti ad azione desalinizzante (Soilex), unitamente ad una fertirrigazione calcica, poi seguita da ordinari NPK puri e privi di Cloro (8.24.24, Tyler), attivatori del metabolismo e Zinco (VPower Zn, Agriges).

 

Il risultato è una coltura in crescita armonica, con foglie lunghe e ampie, aumento della tomentosità e brillantezza nel colore della vegetazione, segno di un’idonea attività fotosintetica e traslocazione dei fotosintetati, aumento del diametro del fusto e prima differenziazione del palco. 

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fonti:

Cornish, Katrina, and Jan A. D. Zeevaart. “Movement of Abscisic Acid into the Apoplast in Response to Water Stress in Xanthium Strumarium L.” Plant Physiology, vol. 78, no. 3, American Society of Plant Biologists (ASPB), 1985, pp. 623–26, http://www.jstor.org/stable/4269392.

 

Gleason, M.L. and Edmunds, B.A. (2006) Tomato Diseases and Disorders. University Extension PM 1266, Iowa State University, Ames. 

 

Rick C.M. (1978): The Tomato. Scientific American, 239: 77-87.


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