La Tuta absoluta (Meyrick), conosciuta anche come Tignola del pomodoro, è un Microlepidottero originario del Sudamerica, diffusosi, sin dal 2007, nell’area mediterranea, a partire dai paesi come la Spagna e l’Italia. Dal 2008 questo insetto invasivo si è sviluppato particolarmente in Sicilia, in tutta la fascia trasformata che va da Pachino fino a Gela e Licata, in pochi anni.
I danni che ha provocato e che tuttora tende a cagionare alle coltivazioni di pomodoro, sono tendenzialmente sempre alti, soprattutto nel periodo che va dalla primavera fino al periodo estivo, grazie alla concomitanza delle elevate temperature che ne consentono il susseguirsi di diverse generazioni, specie in serra.
Le femmine di Tignola, infatti, possono ovideporre oltre 200 uova, favorendo il succedersi di numerose generazioni all’anno, per individuo. Se le temperature, infatti, sono comprese tra i 25 e i 30°C, un ciclo, da uova ad adulto, può avvenire anche in soli 25 giorni!
Ad oggi la lotta contro questo pericoloso microlepidottero, è affidata ad un sistema quanto più integrato possibile, con l’impiego delle poche sostanze attive di sintesi (SA) in corrispondenza di soglie d’intervento, coadiuvato da monitoraggi continui delle condizioni agronomiche di proliferazione sin dall’impianto delle coltivazioni stesse. Da non dimenticare gli accorgimenti di Lotta Biologica, oggi più che mai richiesta nell’ottica del completo adeguamento al concetto di Transizione Ecologica ormai in atto.
Ma andiamo con ordine.
Durante la preparazione dell’impianto, è possibile adeguare le strutture con idonei interventi agronomici, volti alla diminuzione dell’instaurarsi preventivo dei focolai, come:
- Reti antisetto idonee per l’isolamento delle colture nelle prime fasi, ovvero gli stadi di crescita più suscettibili di danni all’accrescimento e la creazione di “famiglie” in grado di proliferare in serra nel periodo più utile al loro sviluppo (primavera-estate);
- Cattura massale: pannelli cromotropici neri, trappole luminose e/o zanzariere, attive per tutto il ciclo e utili per monitorare la presenza sin dal pre-impianto;
- Disinfestazione mediante Solarizzazione, in grado di abbattere gran parte delle pupe conservate nel suolo del precedente ciclo e quindi gli sfarfallamenti degli adulti;
- Scerbature delle infestanti, soprattutto delle specie ospiti, come: Amaranthus spinosus, Beta vulgaris, Datura stramonium, Medicago sativa, Nicotiana glauca, Xanthium strumarium, ecc.;
In coltura, invece, è fondamentale integrare ogni strumento di lotta di copertura, privilegiando le strategie Biologiche e/o Biotecnologiche, come l’impiego esteso di Bacillus thuringiensis (vari subspecie e ceppi), nonostante la relativa fotosensibilità durante il periodo estivo e la bassa efficacia in caso di alto pH della soluzione irrorante.
Affiancati sin dalle primissime fasi d’impianto, anche dispositivi a feromoni a confusione sessuale, i quali, specie in presenza di serre chiuse, limitano la riproduzione fertile del fitofago, ritardando la comparsa di popolazioni infestanti durante l’accrescimento iniziale della coltura. Per gradi ed input continui in caso di scarsa presenza dell’insetto, è fondamentale associare inoltre sostanze ad azione repellente e/o biocida, come gli Estratti vegetali contenenti derivati del Peperoncino piccante, Aglio, Olii vegetali, Saponi di Potassio e altre essenze, integrando le prime SA di sintesi in caso di presenza conclamata delle prime mine trofiche.
Un altro elemento di lotta interessante affacciatosi nell’ultimo periodo, è la registrazione in deroga di Phthorimaea operculella granulovirus DSMZ G-0019 (specifico contro la Tignola) fino alla data del 22 giugno 2023, un bioinsetticida a base di un virus che agisce direttamente per ingestione contro le larve di Tuta, provocandone la morte. Quest’ultimo ritrovato della ricerca fitosanitaria è in grado di agire anche indirettamente, a dosi subletali, sfavorendo la comparsa di individui resistenti, fiaccandone la “fitness” naturale e trasmettendosi alle generazioni successive e quindi avvantaggiando anche metodi di lotta più blandi, aumentandone il successo.
Da non omettere anche il controllo da parte degli antagonisti naturali presenti nel coltivato, come nel caso di Nesidiocoris tenuis e di Imenotteri parassitoidi, in grado di svolgere un’attività diretta e indiretta nei confronti del fitofago. Il primo, in particolare, colonizza Solanacee e Cucurbitacee in modo spontaneo, per cui non è infrequente ritrovarlo autoctono negli appezzamenti: l’utilizzo di SA selettive, può favorirne lo sviluppo a scapito degli insetti bersaglio come la Tignola; tuttavia, essendo polifago, è in grado di esercitare un’azione fitofaga anche nei confronti delle piante stesse, se la presenza di prede è insufficiente rispetto alla popolazione raggiunta, per cui è sempre raccomandabile un’attenta e minuziosa azione di monitoraggio e controllo nei confronti anche del Miride.
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