La tarda primavera è sempre sinonimo di colori, fragranze e sapori: tra i tanti frutti apprezzati, primeggiano sicuramente Fragole, Cocomeri e Meloni!
Le cucurbitacee da frutto allevate in serre e tunnel, sono tra le più diffuse infatti nel periodo che va dal tardo inverno a tutta la primavera e la prima estate: esse occupano uno dei posti di primo piano nell’ambito delle produzioni tardive del ciclo agrario di tutta la fascia trasformata sicula.
L’ottenimento di frutti serbevoli, di calibro e pezzature adeguate, così come per tante altre colture intensive, è legato fortemente alle condizioni pedoclimatiche di coltivazione, alle caratteristiche varietali e all’adozione di protocolli fertirrigui e nutrizionali specifici che ne esaltino le peculiarità genetiche.
Un esempio è dato da un melone gialletto Ericino F1 allevato in serra, visibile nelle foto, condotto impiegando formulati a base di biomolecole attive ottenute dalla fermentazione di substrati organici di origine vegetale (Maxi Grow, Cosmocel), Prolina, Glutatione e Boro (Propolline, Simcro), in particolare nella prima fase di fioritura e allegagione.
Amminoacidi e peptidi a catena corta ad azione auxino-simile (Crop Life, Simcro), congiuntamente a fertirriganti a base di Calcio in sospensione (Mainstay Calcio, Cosmocel) e idrosolubili ad elevata purezza ed esenti da Cloro (17.5.17, Tyler) sono stati invece apportati subito dopo l’allegagione, al fine di garantire adeguato ingrossamento ai frutticini in accrescimento.
Il protocollo in questione è un esempio di conduzione dopo un’attenta valutazione del contesto agronomico e produttivo locale.
Altri sistemi possono variare l’impiego additivo di altre formulazioni o specialità, al fine di ottimizzare l’adattabilità della specie e della varietà impiegata. Infatti biostimolanti a base amminoacidica vanno sicuramente localizzati nelle primissime fasi post-allegagione, al fine di limitare la degradazione naturale anticipata, ad opera di Microrganismi e della stessa pianta, delle componenti organiche del formulato.
In sinergia ai protocolli nutrizionali, la Difesa Fitosanitaria contribuisce sicuramente ad un’ulteriore riuscita nella corretta fruttificazione: le cucurbitacee sono caratterizzate dalla presenza di lamine fogliari ampie, particolarmente suscettibili a infezioni da fitopatie come Podosphaera fusca (Mal bianco delle cucurbitacee) e/o fitofagi infestanti come Ragnetti (Tetranychus urticae) e Aleurodidi (Trialeurodes vaporariorum, Bemisia tabaci).
Il Mal Bianco, essendo una fitopatia in grado di alterare metabolismo e carico delle piante, influenza in misura negativa l’accumulo di fotosintetati nei frutti e quindi nel loro idoneo accrescimento; mentre gli Aleurodidi, a causa della sottrazione della stessa linfa e nella creazione di fumaggini, incidono in misura diretta e indiretta nella qualità finale dei frutti ottenuti.
Fondamentali, pertanto, efficaci protocolli di difesa, specialmente preventivi, come per questa coltura di Ericino, che prevedano il semplice impiego di Zeolite e Zolfo triventilato, in grado di rendere inospitali i tessuti impolverati, limitando fortemente la crescita e lo sviluppo dei patogeni/fitofagi, riducendo al contempo l’ingresso in caso di trattamenti fitosanitari specifici, spesso difficoltoso nell’ambiente colturale di queste cucurbitacee da frutto.
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