Nelle piante, la formazione, lo sviluppo dei primordi fiorali, nonché lo stesso ingrossamento frutticini, sono processi complessi governati da una rete di fattori interagenti.

L’ambiente di crescita, il fotoperiodo, la temperatura, le caratteristiche genetiche varietali e il biochimismo intrinseco della pianta – inclusa la presenza di fitormoni come auxine, citochinine e gibberelline, la disponibilità di carboidrati e di composti specifici come Poliammine, Prolina e Glutatione – sono tutti determinanti per l'induzione fiorale, l’allegagione e lo sviluppo dei frutti. Questi fattori agiscono in concomitanza nella differenziazione degli organi fiorali, sebbene talvolta le piante possano compensare la carenza di alcuni elementi sfruttando l'abbondanza di altri.
Anche fattori nutrizionali sono cruciali: gli zuccheri forniscono l'energia per la differenziazione dei tessuti riproduttivi (infiorescenze, semi), mentre elementi plastici come Azoto, Fosforo e Potassio influenzano la crescita e, in vari assetti, l'induzione fiorale. Condizioni pedoclimatiche come salinità e disponibilità idrica possono altresì modulare l'anticipo e la qualità della fioritura, essendo legate alla produzione ormonale e alle risposte adattative della pianta.
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Tra i fitormoni, un ruolo preminente è svolto dalle auxine. L'IAA, l'auxina naturale per eccellenza delle piante, è fondamentale per la crescita e lo sviluppo della pianta, dai meristemi alle radici, fino all'accrescimento dei frutticini. Le auxine sono una conditio sine qua non per la sopravvivenza e la produzione agraria, garantendo la polarizzazione dei nutrienti (fotosintetati) verso gli organi in cui si accumulano, promuovendo così la moltiplicazione cellulare, la partenocarpia e la crescita dei frutti. Esistono diverse auxine naturali, ma l'IAA è di primaria importanza per molte colture, ed è biochimicamente connesso all'amminoacido Triptofano.
La disponibilità di Triptofano rappresenta quindi una garanzia per lo sviluppo, l'accrescimento e la produzione. Il passaggio alla fruttificazione, specialmente negli ortaggi, è un processo che, seppur naturale, si rivela estremamente delicato e complesso. La sua riuscita dipende da fattori varietali, tecniche colturali e, in modo cruciale, dalla nutrizione. Una volta avvenuta l'allegagione, anche mediante partenocapria nelle specie o varietà sensibili, per sostenere l'intensa attività metabolica richiesta dall'accrescimento dei frutticini (fasi di divisione e successiva distensione cellulare), riveste un'importanza cruciale la disponibilità di amminoacidi. Essi sono i mattoni fondamentali per la sintesi delle proteine strutturali ed enzimatiche necessarie alla costruzione di nuovi tessuti. La pianta produce amminoacidi endogeni attraverso complessi processi biochimici che richiedono energia (derivante dalla fotosintesi) e nutrienti (in primis Azoto assimilato dalle radici). Questa produzione endogena può tuttavia essere limitata da condizioni di stress (termico, idrico, luminoso, salino) o durante fasi di elevata richiesta metabolica come, appunto, l'ingrossamento rapido dei frutti.
In questi contesti, l'apporto di amminoacidi esogeni, tramite applicazioni fogliari, l’ormonatura dei fiori o la fertirrigazione (spesso sotto forma di idrolizzati proteici), può fornire un supporto diretto e prontamente assimilabile. Questi amminoacidi esogeni possono:
- Integrare la sintesi endogena, fornendo "mattoni" pronti all'uso e facendo risparmiare energia alla pianta.
- Fungere da precursori non solo per le auxine (come il Triptofano), ma anche per altri composti bioattivi (es. poliammine, coinvolte anche nello sviluppo del frutto).
- Contribuire alla regolazione osmotica e alla tolleranza agli stress (ruolo noto, ad esempio, per la Prolina e la Glicina Betaina).
- Agire come agenti chelanti naturali, migliorando l'assorbimento e la traslocazione di microelementi essenziali (come Zinco, Boro, Calcio).
Un esempio è riportato dal pool di foto allegate, con colture come melanzana e cucurbitacee in serra, ove opportuni interventi diretti ai fiori, senza l’impiego di ormoni di sintesi, a base di amminoacidi (Floris, Garmas), hanno favorito un adeguato e armonico sviluppo dei frutti, in variegate condizioni pedoclimatiche e di coltivazione.

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fonti
Maaike de Jong, Celestina Mariani, Wim H. Vriezen, The role of auxin and gibberellin in tomato fruit set, Journal of Experimental Botany, Volume 60, Issue 5, April 2009, Pages 1523–1532, https://doi.org/10.1093/jxb/erp094
Pattison, Richard & Csukasi, Fabiana & Catalá, Carmen. (2013). Mechanisms regulating auxin action during fruit development. Physiologia plantarum. 151. 10.1111/ppl.12142.
Taiz L., Zeiger E., M. Møller I., and Murphy A. Plant Physiology and Development 6th ed. (2014) - Piccin
Tonzig S., Marré E., Botanica generale: Morfologia e Fisiologia Vegetali parte seconda (1986) – Casa Ed. Ambrosiana Milano
Yunde Zhao "Auxin Biosynthesis," The Arabidopsis Book, 2014(12), (1 June 2014)
Zhao Y. Auxin biosynthesis and its role in plant development. Annu Rev Plant Biol. 2010;61:49-64. doi:10.1146/annurev-arplant-042809-112308