Il periodo estivo rappresenta, sicuramente, una finestra momentanea nella produzione orticola della fascia trasformata: è tempo, infatti, di riassetti nell’attività produttiva, ritagliando adesso i processi più adatti alla rigenerazione del suolo e della sua salute, in tutti i sensi!
È in questi giorni che molte aziende effettuano lavori preliminari al suolo, pronti per operazioni, oramai essenziali, come la Solarizzazione, con la messa in opera di teli plastici dopo opportuna preparazione del suolo, l’interramento della Sostanza Organica, nonché di eventuali formulati a base fumigante (di sintesi o alternativi).
Sappiamo già ampiamente come la Solarizzazione rappresenti una delle tecniche fortemente consigliate in presenza di cicli monocolturali in ambiente protetto, utile per la selezione, congiuntamente all’uso dei formulati adatti, di un adeguato Microbioma futuro per le piante coltivate.
Gli strati di suolo interessati da questo tipo tecnica naturale di disinfestazione (fino a 30-40 cm), possono infatti raggiungere temperature anche intorno i 50-60°C, permettendo una notevole selezione della flora microbica presente, a svantaggio di specie e ceppi fitopatogeni specializzati e/o opportunisti, come: Sclerotinia sclerotiorum, Verticillium dahliae, Fusarium oxysporum (diverse forme specializzate), Pyrenochaeta lycopersici, Rhizoctonia spp., Phoma lycopersici, Phytophtora capsici, Meloidogyne spp., ecc.
Non smetteremo mai di raccomandare, a tal proposito, l’esecuzione quanto più accurata della tecnica in campo, mediante:
- l’applicazione preliminare (e post-telo) del giusto grado di umettamento lungo tutto lo strato (30-40 cm) da solarizzare, mediante laute irrigazioni giorni prima della messa in opera del film di copertura (da 3 a 5 giorni prima almeno); e ciò anche per consentire la germinazione di infestanti e favorire la ripresa biologica delle forme patogene da abbattere;
- lavorazione e affinamento alla profondità desiderata, avendo cura d’interrare anche la sostanza organica qualora disponibile;
- somministrazione successiva di acqua irrigua fino alla capacità idrica di campo (CIC);
- quindi distribuendo dei teli pacciamanti idonei, disponendoli, preferibilmente, saldati tra loro o, meglio ancora, interrati ai loro bordi perimetrali secondo la tecnica definita comunemente in gergo locale “a palmetta”, per ridurre drasticamente la dispersione termica quanto possibile;
- attesa di un periodo di tempo variabile e comunque non inferiore ai 30-40 giorni: sarebbe opportuno un intervallo ancora più lungo, magari tra i 60 e i 90 giorni (sfruttando l’intero arco estivo) proprio per garantire la riuscita del protocollo;
- erpicatura finale e preparazione pre-trapianto, trascorso il tempo necessario, procedendo con eventuali aggiunte e integrazioni del Piano di Difesa/Biostimolazione di base, secondo le esigenze aziendali e le valutazioni del caso.
Riesaminando la fase 2), o in alcuni contesti della 6), la sostanza organica e/o le specialità ad effetto biostimolante/antiparassitario, possono essere integrate nella Solarizzazione, soprattutto per evitare il peggioramento quantitativo nella fase di pastorizzazione. L’ausilio, quindi, di una concimazione di fondo speciale, a base di panelli vegetali di Brassicaceae, arricchiti da consorzi microbici selezionati (Thermoactinomyces spp., Streptomyces spp. e Bacillus spp.), applicati sin dal pre-trapianto lungo la fila (Rycyneem, Agriges), può consentire trapianti già ben corredati di radici ben allineate con specie sinergiche nel loro Rizobioma.
La preparazione di un suolo moderno non può prescindere da un’adeguata disinfestazione e dai giusti apporti organici: alcuni formulati proposti in fase preparatoria, ad azione anche di tipo “pre-biotico”, possono essere integrati nei lavori preliminari pre-trapianto (fase 6), al fine di introdurre quelle sostanze biochimicamente attive, di origine vegetale, in grado di biostimolare la crescita della flora microbica utile e, nel contempo, di ostacolare quella avente azione parassita (Bioreset, Itaka). Quest’azione rivitalizzante è ottenuta mediante i flavonoidi e i complessati vegetali contenuti in questi formulati che, a contatto con la soluzione acquosa del terreno, favoriscono la liberazione di composti glucosidici solforati e quindi di isotiocianati, ad azione diretta antiparassitaria.
Nel caso Bioreset, è possibile aggiungere la specialità microfumigante immediatamente prima del trapianto, appena dopo il processo di solarizzazione: formulati come il Bioreset sono da somministrare mediante l’irrigazione, nelle dosi consigliate, con terreno pacciamato o direttamente sotto il telo solarizzante, poco prima la rimozione dello stesso.
La microfumigazione realizzatasi, della durata di circa 10 giorni, consente la messa a dimora, in totale sicurezza, delle plantule, avendo tuttavia cura di arieggiare il letto di semina nelle precedenti 24h. In questo modo è possibile usufruire al meglio dell’effetto caustico e diretto sulle forme parassite, nonché stimolare la flora microbica utile, in fase di sviluppo sulla sostanza organica interrata. I composti rilasciati sono poi intercettati dalle medesime piante in post-trapianto, con effetti da induzione di resistenza e biostimolanti le difese endogene, utili anche in fasi più inoltrate del ciclo, in grado di resistere a condizioni biotiche avverse.
I nostri tecnici sono al tuo fianco!
fonti:
Adams P.B. (1971) – Effect of soil temperatures and soil amendments on Thielaviopsis root rot of sesame. Phytopathology, 61: 693-697.
Bevivino, Annamaria & Sonnino, Andrea & Rossi, Luigi. (2020). Il microbioma dell'agro-ecosistema al servizio della produzione primaria. Accademia dei Georgofili
Chitwood D.J. (2002) – Phytochemical based strategies for nematode control. Ann. Rev. Phytopathol., 40: 221-249
Chavarria-Carvajal J.A., Rodriguez Kabana R., Klopper J.W., Morgan Jones G. (2001) - Changes in populations of microrganism associated with organic amendaments and benzaldehyde to control plant parasitic nematodes. Nematropica, 31: 165-180.
Chitwood D.J. (2002) – Phytochemical based strategies for nematode control. Ann. Rev. Phytopathol., 40: 221-249
Grooshevoy S.F. (1939) – Disinfection of seed-hed soil in cold frames by solar energy. Rev. appl. Mycol., 38: 635-636 (abstr.).
Díaz, Maria Del Mar & Guirao, Pedro & Martinez-Lluch, M. & Tello, Julio & Lacasa, Alfredo. (2014). Soil fatigue and its specificity towards
pepper plants in greenhouses. SPANISH JOURNAL OF AGRICULTURAL RESEARCH. 12. 644-652. 10.5424/sjar/2014123-5701.
Katan J, Vanacher A, 1990. Soil and crop health following soil disinfestation. In: Fatigue de sol. Méthode de diagnostic en verger et en fraiseraie (Giraud M, Faure J, eds). Infos (Paris), pp: 21-26.
Søegaard K, Møller K, 2005. White clover soil fatigue: an establishment problem on large and intensive dairy farms. Proc of a Satellite Workshop of the XX Int Grass-land Cong, July, Cork, Ireland, pp: 231.