Con l'arrivo della stagione estiva, le piante si preparano ad affrontare il periodo più esigente del loro ciclo vitale, un momento in cui le alte temperature e l'intensa luminosità mettono a dura prova i delicati processi di fioritura e sviluppo dei frutti. La riuscita di queste fasi non è scontata: è il risultato di un complesso equilibrio governato da una rete di fattori ambientali, genetici e, soprattutto, biochimici.
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Durante l'estate, le piante, in particolare Solanacee (pomodoro, melanzana) e Cucurbitacee (zucchino, cetriolo) in serra, se non gestite razionalmente in termini microclimatici e colturali, tendono a privilegiare la crescita vegetativa a scapito della generatività e della produzione dei frutti. Ciò è naturalmente legato alla preesistente competizione interna per i fotosintetati, ovvero l'energia prodotta dalle foglie sottoforma di zuccheri, che viene indirizzata secondo una precisa gerarchia fisiologica: apici > germogli > foglie > fiori > frutti.
Come ben noto, tale dinamica è strettamente orchestrata dalle auxine, fitormoni che agiscono come "vigili urbani" dei nutrienti, spostandoli dalle zone di produzione (le foglie) verso gli organi in crescita, detti "pozzo" ovvero frutti e apici. Una non corretta allocazione ormonale, quindi, se non amministrata correttamente, tende a portare a uno sviluppo vegetativo eccessivo verso apici e foglie, a discapito della produzione. A ciò si aggiunge l'azione del fitocromo, un pigmento cruciale che, sensibile alla luce, regola processi fisiologici come la fioritura. L'intenso fotoperiodo estivo, sebbene possa favorire la generatività, può essere caratterizzato stress climatici e microclimatici, come gli “hot stresses”, i tipici sbalzi termici, nonché pratiche idriche, colturali e fertilizzanti errate, in grado di alterare il delicato assetto riproduttivo delle piante, indirizzando le colture verso una produttività non scalare e decrescente, specialmente per Cucurbitacee come Zucchino, Melone, Cocomero e Cetriolo in serra.
Di notevole contributo, infatti è il ruolo di fitormoni come le Auxine e le Citochinine, nonché di elementi come il Potassio e il Fosforo (per la stimolazione alla generatività e il corretto ingrossamento dei frutticini in post-allegagione).
Affinché un fiore diventi frutto, infatti (processo di allegagione) e questo si sviluppi correttamente, la pianta deve trovarsi in condizioni ottimali di crescita equilibrata. Le auxine naturali, come l'IAA, sono una conditio sine qua non: promuovono la divisione cellulare, favoriscono l'ingrossamento dei frutti (anche in assenza di fecondazione, o partenocarpia) e garantiscono che i nutrienti vengano convogliati proprio dove servono. Tuttavia, le auxine non agiscono da sole. La loro efficacia dipende dalla disponibilità di energia (zuccheri prodotti con la fotosintesi) e di elementi plastici come Azoto, Fosforo e Potassio. Altrettanto fondamentali sono composti specifici come Poliammine e Glutatione, e soprattutto gli amminoacidi che, in talune formulazioni biostimolanti apportate, può potenziare la produttività.
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L'errore più comune è intervenire quando la pianta mostra già segni di squilibrio. La strategia vincente, invece, non è reagire allo stress, ma anticiparlo. È necessario preparare le colture prima che l'ondata di caldo estivo arrivi, aiutandole a creare riserve e a promuovere un "riassetto ormonale" favorevole alla fruttificazione, ovvero la generatività. Interventi mirati, basati su pool di amminoacidi specifici e applicati preventivamente seguendo l'andamento climatico (Floris ccb, Garmas), possono quindi spostare l'equilibrio a favore degli organi riproduttivi. In questo modo si favorisce uno sviluppo armonico dei frutti, anche in condizioni di coltivazione difficili, trasformando la sfida estiva in un'opportunità per una produzione di successo.
Nel caso del cetriolo, ad esempio, altresì formulati a base amminoacidica complessati con Potassio e Fosforo (Agro-K, Cosmocel) agiscono come chelanti naturali, facilitando l'assorbimento e il trasporto di tali elementi fino ai fiori e ai frutti in accrescimento, migliorandone, rispettivamente, l’allegagione e l’ingrossamento. In combinazione con fitormoni naturali esogeni, apportati sottoforma di Biostimolanti Non-Microbici, ricchi in Citochinine e Auxine (Maxi Grow, Cosmocel), possono aiutare a riassettare la coltura verso la generatività anche in condizioni di temperature decisamente elevate come quelle estive. Tutto ciò, unitamente ad una nutrizione mirata e sostenuta da ammendanti naturali a base di umati e fulvati (Humifert, Cosmocel) nel sbustrato/suolo, possono contribuire alla produttività desiderata in serra e in campo.
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Fonti:
Pattison, Richard & Csukasi, Fabiana & Catalá, Carmen. (2013). Mechanisms regulating auxin action during fruit development. Physiologia plantarum. 151. 10.1111/ppl.12142.
Taiz L., Zeiger E., M. Møller I., and Murphy A. Plant Physiology and Development 6th ed. (2014) - Piccin
Tonzig S., Marré E., Botanica generale: Morfologia e Fisiologia Vegetali parte seconda (1986) – Casa Ed. Ambrosiana Milano
Yunde Zhao "Auxin Biosynthesis," The Arabidopsis Book, 2014(12), (1 June 2014)
Zhao Y. Auxin biosynthesis and its role in plant development. Annu Rev Plant Biol. 2010;61:49-64. doi:10.1146/annurev-arplant-042809-112308