Arriva dicembre e molti agricoltori, specie con pomodori in coltivazione, danno il via (anche se ormai già da un po’ prima…) ad una vera e propria battaglia senza esclusione di colpi contro le più dannose e temute fitopatie delle solanacee: la Peronospora e la Botrite. Tuttavia è pur vero che, a causa dell’ormai tropicalizzazione del nostro clima (con autunni miti e inverni brevi), molte patologie secondarie ma non meno importanti, come batteriosi (Cancro batterico, Picchiettatura e Maculatura Batteriche), Cladosporiosi e Alternaria, ora hanno trovato favorevole gran parte dei cicli produttivi, presentandosi puntuali nel tardo autunno e rimanendo a rischio re-infezione per tutto il ciclo.
I protocolli tradizionali non sono una novità per molti: si preferisce “vaccinare” con sostanze attive (SA) specifiche e collaudate le colture, agendo in maniera preventiva e, si spera, risolutiva. Spesso si ripete l’espediente più volte, alternando solo poche SA, al fine di ridurre le fenomeni di resistenza di alcune di queste fitopatie.
La domanda nasce quindi spontanea: questi protocolli basteranno?
Purtroppo l’abuso di queste SA e le capacità di originare ceppi sempre più resistenti, generano focolai e infezioni via via più estese, portando con sé danni e perdite di produzione. La ricerca scientifica sulla fisiologia delle piante e l’adozione di formulati sempre più “nanotecnologici”, oggi consente di far sì che SA vecchie e/o nuove, possano integrarsi a sistemi sempre più completi, capaci di biostimolare le piante verso forme di difesa autonome nelle colture, favorendo nel contempo un più incisivo funzionamento degli agrofarmaci disponibili, allungandone la “vita utile” e limitando la formazione di ceppi resistenti.
Sappiamo infatti che in natura le piante sono normalmente soggette all‘attacco dei patogeni e spesso sono in grado di resistere attraverso una serie di meccanismi di difesa che, come dicevamo nel post precedente “Barriere”, possono essere di tipo passivo o attivo.
In “Barriere” infatti, avevamo già parlato dei sistemi di difesa passivi, indicando le barriere naturali precostituite dalle piante, come l’ispessimento della cuticola di frutti e foglie, l’accumulo lignina o suberina delle pareti cellulari, particolari conformazioni degli stomi ecc. Alcune di queste difese possono dipendere da quelle attive, attraverso l’instaurarsi di una vera e propria “cascata” di reazioni che si verificano a seguito del contatto tra la pianta e il patogeno. La pianta non è un essere passivo alle infezioni: meccanismi metabolici di vario tipo, le consentono di reagire e la rapidità con cui i questi vengono attivati ne determinano la resistenza o la sensibilità.
I vegetali sfruttano l'induzione delle risposte attive quando si producono “molecole segnale”, che vengono percepite da peculiari sistemi di ricezione, localizzati nelle cellule. Queste molecole possono essere già presenti oppure prodotte dal patogeno, o ancora liberate da componenti strutturali della pianta a seguito dell'attacco.
Esistono tre livelli di questo sistema attivo:
- Livello 1. Si verifica nelle cellule interessate dall’infezione: spesso esse necrotizzano (cioè muoiono), come risultato di una morte programmata, caratteristica della ben nota Risposta Ipersensibile (HR) di certe varietà o tipi genetici, in grado di riconoscere immediatamente il parassita e bloccarlo. Infatti in questo livello si crea una vera e propria “terra bruciata”, che blocca le infezioni già sul nascere. Inoltre la HR stimola l‘accumulo delle famose fitolaessine e dell’H2O2 (acqua ossigenata), sostanze capaci di azione antimicrobica.
- Livello 2. Questo livello riguarda le cellule limitrofe a quelle infette e consente alle piante di raggiungere quella che è definita Resistenza Localizzata Acquisita (LAR): si tratta di segnali che si propagano via via a tutte le cellule adiacenti.
- Livello 3. Man mano che i segnali si propagano da cellula a cellula, in una miracolosa reazione a cascata, l’intera pianta diviene reattiva all’infezione, mettendo in atto la cosiddetta Resistenza Sistemica Acquisita (SAR) o Indotta (ISR). Con questo terzo livello la pianta può ispessire le pareti cellulari di tutti i tessuti, con accumulo immediato di Callosio, Lignina, Proteine Di Patogenesi o PR, sostanze ad azione antimicrobica o antibiotica e in generale uno stato continuo di “allerta”.
È possibile sfruttare questa capacità attiva?
La risposta è SÌ!
Dicevamo che sono disponibili formulati in grado di integrarsi ai già disponibili agrofarmaci, biostimolando e potenziando queste difese attive. È il caso di alcune miscele di origine vegetale, ad azione fitostimolante, energizzante e antiossidante (Gabriel BZ, Agriges), in grado di agire ai Livelli 2 e 3, aumentando la concentrazione di fitoalessine e altre sostanze ad azione antimicrobica (Terpeni, Flavonoidi, ecc.), predisponendo le piante verso un continuo stato di allerta nei confronti sia delle infezioni già in corso che in assenza dei patogeni. In questo modo si favorisce quindi l’irrobustimento dei tessuti con l’accumulo di callosio e lignina, migliorando ogni trattamento fitosanitario e preservando l’efficacia agrofarmaci (che sappiamo essere degli investimenti tecnici anche costosi!) e della produzione futura!
Raggio Verde SRL
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Fonti:
Cariddi C., Casulli F., Gallitelli D., Lima G. – Progetto POM A32 “Norme fitosanitarie e commercializzazione delle produzioni vivaistiche” – Locorotondo (BA), 4-7 dicembre 2001
Henry, Guillaume & Thonart, Philippe & Ongena, Marc. (2012). PAMPs, MAMPs, DAMPs and others: An update on the diversity of plant immunity elicitors. Biotechnology, Agronomy and Society and Environment. 16. 257-268.
Kachroo P., Liu H., Kachroo A., Salicylic acid: transport and long-distance immune signaling, Current Opinion in Virology, Volume 42, 2020, Pages 53-57, ISSN 1879-6257, https://doi.org/10.1016/j.coviro.2020.05.008.
Nejat N., Mantri N. Plant Immune System: Crosstalk Between Responses to Biotic and Abiotic Stresses the Missing Link in Understanding Plant Defence. Curr Issues Mol Biol. 2017;23:1-16. doi: 10.21775/cimb.023.001. Epub 2017 Feb 3. PMID: 28154243.
Vossen, Jack & Jo, KwangRyong & Vosman, Ben. (2014). Mining the Genus Solanum for Increasing Disease Resistance. 10.1007/978-94-007-7575-6_2.