La biodiversità dei suoli costituisce oggi la conditio sine qua non per la più completa rigenerazione dei terreni agrari, sempre fortemente condizionati da uno status di sfruttamento sempre più intensivo a causa dell’attività agricola sempre più estesa.
Il Suolo è un “organismo” vivo, nel suo complesso costituito da fauna e flora microbica fortemente operosi, con specie microbiche agenti in sinergia o in antagonismo fra loro.
Collante di queste relazioni è ovviamente la Sostanza Organica, in grado di offrire nicchie colonizzabili e utili come substrato di risorse nutritive. È ovvio quindi come in terreni deteriorati e privi di apporto organico, la capacità di rigenerazione microbica e delle relazioni benefiche nel Microbioma siano alquanto limitate, a netto vantaggio per le specie parassite, le quali in radici e altri organi tellurici ritrovano sempre più ampio spazio di crescita e danno.
Pertanto la preparazione di un suolo non può fare a meno di una base organica!
Oggi sono disponibili soluzioni fertilizzanti che, collocandosi in fase preparatoria pre-trapianto o in corrispondenza dei lavori preliminari, in sinergia con adeguati basi organiche, sono in grado di sostenere il Microbioma e la Rizosfera, introducendo gli elementi necessari per biostimolare la crescita microbica simbionte e/o sinergica, limitando fortemente nel tempo le nicchie di agenti tellurici di malattia e danno, come Tracheomicosi, Marciumi, Nematodi galligeni, ecc (Bioreset, Itaka).
Queste soluzioni si basano sull’azione di sostanze come flavonoidi, complessati vegetali e altri composti biochimicamente attivi che, a contatto con la soluzione circolante, tendono a liberare glucosidi solforati e quindi isotiocianati, elementi naturali di contenimento degli agenti tellurici di danno e malattia.
Le sostanze sono quindi anche attrattive per il Microbioma naturalmente presente o inoculato, favorendone lo sviluppo e limitando nel contempo le parassitosi.
Specialità come Bioreset sono da applicare fin dal pre-trapianto, al fine di realizzare una vera e propria microfumigazione di media durata (10 giorni circa), oltre cui è possibile trapiantare in sicurezza le plantule.
Durante questo processo le sostanze “microfumiganti” liberate sono in grado di cagionare il massimo danno nei confronti di Crittogame e Batteri Fitopatogeni, fungendo poi anche da induttori di resistenza per le piante messe a dimora successivamente, aumentando le capacità di difesa di quest’ultime nei confronti degli agenti biotici di malattia e danno.
È necessario poter programmare con ampio margine di tempo le fasi preliminari di preparazione, soprattutto se in presenza di secondi cicli o intercalari, al fine di poter disporre del materiale necessario per un’opportuna disinfezione.
Infatti, dopo aver oculatamente scelte varietà e portinnesto adatti, è fondamentale preparare il letto di semina e quindi interrare sostanza organica e/o specialità microfumiganti, ricordando altresì di inserire successivamente opportuni inoculi di microrganismi, come Micorrize, Batteri della Rizosfera e/o funghi antagonisti come Trichoderma.
A tal proposito, di capitale importanza assume la consultazione di Tecnici specializzati che possano guidare l’Azienda verso una razionale programmazione.
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fonti:
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