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TRACHEOMICOSI DA FUSARIUM: UN TEMIBILE OSPITE INDESIDERATO!

25-01-2022 17:29

Raggio Verde

Attività Agronomica ed Esperienze di Campo, Ricerca e Fitoiatria, Cultura Agraria,

TRACHEOMICOSI DA FUSARIUM: UN TEMIBILE OSPITE INDESIDERATO!

Lesioni brunastre basali, necrosi e marciumi che si dipartono dalla zona del colletto e/o dalla radice, fino ad interessare talvolta ampie porzioni...

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Lesioni brunastre basali, necrosi e marciumi che si dipartono dalla zona del colletto e/o dalla radice, fino ad interessare talvolta ampie porzioni longitudinali del fusto, con estese aree imbrunite e rossicce rilevabili in sezione, al taglio della corteccia, e internamente al fusto. Questi sono i classici sintomi di una delle avversità di natura crittogamica più temute, al pari (se non addirittura superiore) delle infestazioni nematiche.

 

L’avversità è nota con l’appellativo FCRR (Fusarium Crown and Root Rot), agente eziologico Fusarium oxysporum, nelle forme speciali (f.sp.) lycopersici e radicis-lycopersici Jarvis & Shoemaker (FOL e FORL) per il Pomodoro e altre solanacee, e f.sp. cucurbitae e melonis, per le cucurbitacee come Zucchino e Melone. Essa è in grado di determinare perdite ingenti alla produzione, favorendo l’appassimento e l’avvizzimento delle piante coltivate anche in breve tempo.

 

Tra i primi sintomi d’allarme delle infezioni in atto, è possibile ricordare anche la proliferazione di radici avventizie appena sopra gli imbrunimenti e le necrosi, come tendenza della pianta a cercare vie alternative di assorbimento della linfa ascendente.

 

La crittogama, infatti, causa la necrosi delle zone dei vasi, determinando la formazione conseguente di tille, ovvero di estroflessioni delle cellule parenchimatiche adiacenti i vasi stessi, le quali generano l’occlusione del vaso stesso e l’arresto della linfa ascendente.

 

Ciò provoca dapprima appassimento e poi avvizzimento dell’intera porzione vegetativa irrorata dal vaso occluso: quando infatti la malattia si estende all’intero sistema dei fasci vascolari, si verifica il completo appassimento e avvizzimento della pianta.

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Le tracheomicosi da Fusarium sono note anche come Tracheofusariosi, e spesso originano da ferite o microferite: esse quindi possono associarsi a infestazioni di Nematodi galligeni o altri fitofagi terricoli, grazie all’enorme numero di ferite trofiche che essi provocano all’apparato radicale delle piante ospiti.


L’optimum di sviluppo della fitopatia va da 15-20°C (FORL) fino a 25-27°C (FOL). La diffusione dei conidi e dei microconidi (organi di dispersione del fungo) avviene mediante vento, schizzi d’acqua ed elevata umidità relativa. Fusarium è in grado di svernare sulla sostanza organica in decomposizione, come saprofita, prolungando ulteriormente le proprie capacità infettive nel corso del tempo, passando da ospite in ospite e mantenendosi vitale persino nel legno delle serre o su altre superfici presenti nelle strutture!


Come difendersi da una fitopatia di tale calibro?


La stanchezza dei terreni (vedi “LE FATICHE DEI SUOLI”) è spesso la maggiore causa di propagazione del fungo tra una coltivazione e la successiva: lo scarso livello di sostanza organica, la destrutturazione, l’accumulo di composti allelopatici e la stessa monocoltura sono i fattori maggiormente predisponenti le infezioni.

 

La risoluzione o, meglio, la riduzione dell’incidenza ciclica della Tracheomicosi, è possibile solo mediante approcci integrati Agronomico-Fitoiatrici, che prevedano: 

 

  • l’adozione di portinnesti e/o varietà tolleranti o resistenti; 
  • l’impiego della solarizzazione, con interramento di adeguati volumi di sostanza organica (Letame, Compostati vegetali, ecc.);
  • la fumigazione mediante fumiganti come Metham o biofumiganti come per l’attuazione di sovesci pre-trapianto, il tutto per abbassare la carica d’inoculo;
  • opportune rotazioni colturali;
  • inoculo di antagonisti naturali di contenimento: Trichoderma spp., Pseudomonas spp. Pythium oligandrum, ecc.

 

Ognuno di questi elementi può e dev’essere inserito in funzione del contesto agronomico su cui si opera, in base alla gravità delle infezioni e della stanchezza del terreno riscontrata, variamente integrato e incluso con gli altri. Pertanto è fondamentale la valutazione preliminare degli appezzamenti e il consulto con Tecnici specializzati, al fine di poter disporre di una guida e un’adeguata pianificazione d’interventi ad-hoc per ogni azienda. 

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fonti:

Davino W.S., Avversità del pomodoro: virus e funghi terricoli, 2018, Ed. L’informatore Agrario

Matta A., Fondamenti di Patologia Vegetale, 1996, Pàtron Ed.


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