Un secondo ciclo produttivo si appresta a partire, con trapianti e nuove messe a dimora di plantule che hanno trascorso germinazione e primo accrescimento con i rigori invernali. Tecnici e Produttori si adoperano oggi per consentire a queste neo-plantule di acclimatarsi nel giusto modo, garantendo accoglienti ambiente, temperature e letto di semina. Molti sono gli accorgimenti che possono assicurare il giusto comfort, specie quando ad essere trapiantate sono specie particolarmente sensibili come le Cucurbitacee: impiego di tessuto-non-tessuto, teli pacciamanti, telo sottotetto, ecc.
L’acclimatamento e la lunghezza della crisi di trapianto non dipendono solo dalle accortezze agronomiche che, per quanto essenziali per il giusto grado di temperatura e UR dell’aria, non sono in grado di influenzare in maniera sistemica le capacità accrescitive di un substrato ben attivo. Infatti gli sbalzi termici del periodo condizionano in maniera cruciale l’attività microbiologica e biochimica del terreno, specie quando essi presentano quantità limitate di Sostanza Organica (SO): come dicevamo in “Le Fatiche dei suoli”, è proprio la mancanza di biodiversità e la scarsità di composti organici a determinare la fertilità del terreno per le piante e per il Microbioma. Quest’ultimo è tra i principali attori della produzione di Sostanze Umiche (SU), derivati di trasformazione della SO: acidi fulvici, acidi umici e umina. In assenza di SO, si ha spesso la riduzione se non la nulla trasformazione di queste sostanze, aumentando la sensibilità delle piante superiori a tutti gli excursus ambientali di sviluppo, specie in post-trapianto.
Numerosi studi hanno dimostrato come le SU siano tra le responsabili della strutturazione dei terreni, del potere tampone, dell’emissione di peli radicali, della strutturazione dell’apparato radicale a livello organografico e citologico (ispessimento delle pareti cellulari nel cilindro centrale) delle piante in accrescimento, nonché di migliorie nella capacità di scambio (CSC) per i nutrienti minerali, grazie alla formazione di legami complessanti tra le SU e gli ioni metallici (Zn, Fe, ecc.). La presenza di SU nel terreno è in grado di influenzare anche l’attività enzimatica, specie quella relativa al metabolismo degli zuccheri e della sintesi dell’auxina vegetale IAA (Acido Indol-3-Acetico), fungendo quindi da veri e propri fitormoni per le piante.
Da tali presupposti, nei nuovi cicli ora in fase di trapianto, come quelli esposti in foto, è chiaro come la somministrazione di formulati con elevate concentrazioni di SU, in particolare di a.fulvici e umici (H-850, Cosmocel), amminoacidi levogiri ad attività biostimolante (Rootex, Cosmocel) e congiuntamente, entro pochi giorni, anche di inoculi di Micorrize, batteri della rizosfera e Trichoderma spp. (Maxisoil, Itaka), possa rendere la crisi di trapianto razionalmente gestibile anche in presenza di condizioni macro, microclimatiche avverse e di stanchezza del suolo, migliorando struttura, capacità fitormonali e di attecchimento generale per tutte le plantule messe a dimora. Tali accorgimenti non possono fare a meno però di un certa programmazione dei protocolli da applicare e, soprattutto, elemento non meno importante, di plantule ben sviluppate sin dal Vivaio di provenienza, il tutto per migliorare quel veg comfort, il benessere colturale, di ogni trapianto invernale.
Ma la cura fitosanitaria non è la sola tra le cure essenziali per combattere la crisi di trapianto: il ricorso all’utilizzo di varietà adattabili, tolleranti e/o resistenti, nonché l’adozione di portinnesti per le specie o i tipi genetici più sensibili, inserisce nuovi e ulteriori tasselli per una migliore gestione colturale. La tecnica dell’innesto in particolare, è tra le pratiche più diffuse nei trapianti di cucurbitacee, come il cetriolo, il pomodoro e la melanzana, ed è capace di favorire attecchimenti più rapidi e accrescimenti più bilanciati nei cicli, sempre al solo scopo di migliorare il veg comfort delle nostre giovani colture. Prossimamente sarà possibile approfondire l’argomento, mettendo in rassegna modalità, tecniche e le varietà più diffuse!
fonti:
Concheri, G., Nardi, S., Reniero, F. et al. The effects of humic substances within the Ah horizon of a Calcic Luvisol on morphological changes related to invertase and peroxidase activities in wheat roots. Plant Soil 179, 65–72 (1996).
Concheri G., Nardi S., Piccolo A., Rascio N., Dell’Agnola G., Effects of humic fractions on morphological changes related to invertase and peroxidase activities in wheat seedlings, in Humic Substances in the Global Environment and Implications on Human Health, a cursa di N. Senesi e T.M. Milano, Elsevier Science Publisher B.V., 1994, pp. 257-262.
Nardi, S., Tosoni, M., Pizzeghello, D., Provenzano, M.R., Cilenti, A., Sturaro, A., Rella, R. and Vianello, A. (2005), Chemical Characteristics and Biological Activity of Organic Substances Extracted from Soils by Root Exudates. Soil Sci. Soc. Am. J., 69: 2012-2019.
Nardi, Serenella & Carletti, Paolo & Pizzeghello, Diego & Muscolo, Adele. (2009). Biological Activities of Humic Substances. Biophysico-Chemical Processes Involving Natural Nonliving Organic Matter in Environmental Systems. 305-339. 10.1002/9780470494950.ch8.