Appartenente al genere Tobamovirus (virus particellari rigidi, di forma bastoncellare), il Tomato Brown Rugose Fruit Virus (ToBRFV) è un virus particolarmente infettivo, in grado di mettere a repentaglio le produzioni di Solanacee, Pomodoro e Peperone, coltivati in serra e in pieno campo.
Esso è trasmissibile mediante il contatto con attrezzi, mani o semi contaminati, nonché mediante bombi impollinatori, ed è in grado di determinare una molteplicità e variabilità di sintomi alle piante colpite:
• clorosi e necrosi di apici, calici e peduncoli dei frutti;
• deformazioni e prezzemolature a carico delle foglie, giovani e adulte, spesso confuse dagli operatori agricoli e tecnici come “effetti da ormonature” o attacchi di acari (Polyphagotarsonemus latus, Ragnetto dell’Argentatura o Bianco).
I più gravi sono sicuramente quelli che coinvolgono gli stessi frutti in fase di accrescimento e maturazione:
• rugosità;
• ingiallimento a bande e/o a macchie più o meno imbrunite, a volte confuse con il tipico “blotchy ripening” di certe tipologie di pomodoro a grappolo o verde;
• deformazioni e maturazione a chiazze.
Tobamovirus sono virus estremamente adattabili: possono rimanere infettivi anche per un periodo più o meno lungo nei semi, nei residui vegetali e sulle superfici venute a contatto con il succo infetto, compresi i substrati e il terreno, e mettendo quindi a rischio le colture successive.
Come per tutte le virosi, non esistono soluzioni fitoiatriche dirette, volte a contrastare l’azione del Virus in campo, ma solo tecniche di profilassi e prevenzione, a carico di tutti i soggetti, ed in particolare per le Aziende Sementiere e i Vivaisti, nell'attesa che nuove varietà tolleranti e/o resistenti possano essere valutate in campo.
L’autocontrollo igienico è sicuramente l’arma più indicata in questo contesto:
• in primis, limitare che gli operatori possano lavorare indiscriminatamente nelle serre di produzione, ove esistano condizioni per l’infezione (piante infette o sospette), e che possano portare indumenti protettivi (camici, tute, calzari) monouso o igienizzate con detergenti specifici;
• isolare le piante e i lotti di piante rilevate infette, tenendo conto anche del terreno e/o dei substrati su cui esse sono coltivate;
• utilizzare disinfettanti specifici per tutte le superfici a contatto con le colture (compresi i tappettini per la disinfezione delle scarpe, posti all'ingresso delle strutture), quindi le aree di lavorazione, gli strumenti, i macchinari utilizzati;
• limitare ogni accesso alle strutture serricole: programmare le possibili visite tecniche non procastinabili mettendo a disposizione ogni accorgimento di disinfezione e profilassi;
• consentire il raggiungimento di un vuoto biologico intorno alle strutture produttive, mediante l’eliminazione di ospiti intermedi della patologia, come erbe infestanti: Chenopodiacee, Solanacee spontanee e Stramonio;
• logico e obbligatorio per legge, utilizzare sementi certificate e limitare il “fai da te” (talea e altre tecniche non autorizzate di propagazione).
Come sempre, il buon senso oltre che il dato scientifico, è necessario per LIMITARE l’ingresso di questa nuova patologia che, similarmente al COVID, si presta a notevole variabilità e capacità infettiva. Confidiamo nel lavoro degli Esperti e nella Scienza, per poter un giorno ridare speranza a un settore oggi tanto sofferente quanto quello delle Solanacee in serra.
Raggio Verde SRL
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Fonti:
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𝑃𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑆, 𝑅𝑢𝑖𝑧-𝑅𝑢𝑖𝑧 𝑆, 𝐶𝑎𝑟𝑢𝑠𝑜 𝐴𝐺, 𝐴𝑙𝑓𝑎𝑟𝑜-𝐹𝑒𝑟𝑛𝑎𝑛𝑑𝑒𝑧 𝐴, 𝐹𝑜𝑛𝑡 𝑆𝑎𝑛 𝐴𝑚𝑏𝑟𝑜𝑠𝑖𝑜 𝑀𝐼, 𝐷𝑎𝑣𝑖𝑛𝑜 𝑆. 𝑅𝑒𝑎𝑙-𝑡𝑖𝑚𝑒 𝑟𝑒𝑣𝑒𝑟𝑠𝑒 𝑡𝑟𝑎𝑛𝑠𝑐𝑟𝑖𝑝𝑡𝑖𝑜𝑛 𝑝𝑜𝑙𝑦𝑚𝑒𝑟𝑎𝑠𝑒 𝑐ℎ𝑎𝑖𝑛 𝑟𝑒𝑎𝑐𝑡𝑖𝑜𝑛 𝑑𝑒𝑣𝑒𝑙𝑜𝑝𝑚𝑒𝑛𝑡 𝑓𝑜𝑟 𝑟𝑎𝑝𝑖𝑑 𝑑𝑒𝑡𝑒𝑐𝑡𝑖𝑜𝑛 𝑜𝑓 𝑇𝑜𝑚𝑎𝑡𝑜 𝑏𝑟𝑜𝑤𝑛 𝑟𝑢𝑔𝑜𝑠𝑒 𝑓𝑟𝑢𝑖𝑡 𝑣𝑖𝑟𝑢𝑠 𝑎𝑛𝑑 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑎𝑟𝑖𝑠𝑜𝑛 𝑤𝑖𝑡ℎ 𝑜𝑡ℎ𝑒𝑟 𝑡𝑒𝑐ℎ𝑛𝑖𝑞𝑢𝑒𝑠. 𝑃𝑒𝑒𝑟𝐽. 2019 𝑂𝑐𝑡 17;7:𝑒7928. 𝑑𝑜𝑖: 10.7717/𝑝𝑒𝑒𝑟𝑗.7928. 𝑃𝑀𝐼𝐷: 31637144; 𝑃𝑀𝐶𝐼𝐷: 𝑃𝑀𝐶6800982.