Le Cucurbitacee coltivate in ambiente protetto sono, insieme al pomodoro, tra gli ortaggi che maggiormente usufruiscono di insetti pronubi per l’impollinazione delle infiorescenze. Tra questi, spiccano sicuramente i Bombi (Bombus terrestris), come i più diffusi nella moderna agricoltura.
In melone e anguria la presenza di fiori maschili e femminili (quindi di nettare oltre che di polline) favorisce a questi imenotteri un’ulteriore attrattiva e visite costanti in fase di foraggiamento: il bottinamento è infatti necessario sia per i fiori maschili che per quelli femminili. È noto come sbalzi termici e di luminosità possano incidere sulle capacità di produzione di polline fertile i quali, in specie coltivate nel periodo primaverile-estivo, possono fortemente limitare la qualità delle allegagioni e quindi delle future produzioni.
Bombus in particolare è dotato di un apparato boccale provvisto di una ligula considerevole che, nonostante la notevole mole dell’insetto, consente all’insetto di raggiungere e visitare fiori anche di forma tubolare e/o di non agevole bottinamento da parte di altre specie. I bombi sono anche in grado di emettere vibrazioni sui fiori visitati, caratteristica che favorisce una raccolta maggiore di polline durante tutta la fase di foraggiamento.
Sebbene comunque nel complesso non vi siano differenze fisiologiche sostanziali che possano differenziare Bombi da Api, tuttavia l’impatto delle condizioni di coltivazione, così come accennato all’inizio, oltre che la coltura in atto, influenzano in modo differenziale le due specie sia sul comportamento che sulle capacità di bottinamento. Esperienze e ricerche infatti hanno sempre confermato l’ottimo adattamento e la rusticità di Bombus terrestris, in svariate condizioni di allevamento, primo fra tutti il regime termico e il microclima.
Spesso la preferenza verso l’adozione di Bombus è dettata dall’ormai tipico modello termico del clima nostrano: elevate temperature e insolazione per gran parte della stagione produttiva, incidenti maggiormente nella fase primaverile-estiva. Queste influenzano significativamente la quantità di polline fertile disponibile, nonché l’espressione sessuale dei fiori di Cucurbitacee come il Cocomero (con possibilità di forme diploidi, triploidi, seedless, ecc.), esigenti pertanto di più visite in fase di allegagione, pena un’aumentata frequenza di aborti.
In primavera-estate il clima è caratterizzato da punte termiche particolarmente elevate e superanti anche i 35°C in ambiente protetto: i Bombi sono capaci di svolgere attività di bottinamento frequente anche in presenza di temperature superiori ai 30°C, sebbene la loro attività si limiti per poi arrestarsi oltre i 32-35°C. Essi tuttavia riescono a ventilare le colonie, facilitando l’abbassamento di ulteriori 1-2°C nell’arnia. A tal proposito non è superfluo suggerire di isolare, sebbene in maniera blanda, le arnie, tramite lastre di polistirolo e/o il posizionamento in zone strategicamente ventilate della serra.
Nella ancora vigente stagione primaverile, di contro, con frequenti escursioni termiche giorno-notte, possono raggiungersi punte minime ancora tra i 5° e i 12°C, i quali avvantaggiano Bombus terrestris capace di sviluppare colonie anche in presenza di tali livelli termici.
Da queste considerazioni si evince l’importanza di adattabilità e versatilità di Bombus terrestris, oltre che per l’allegagione nella Solanacee, anche per colture come Cocomero e Melone, sovente coltivate nei periodi di maggiore stress per l’attività dei pronubi in serra.
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fonti:
Dasgan, H. & OZDOGAN, A.O. & Abak, Kazım & Kaftanoglu, Osman. (1999). COMPARISON OF HONEY BEES (APIS MELLIFERA L.) AND BUMBLE BEES (BOMBUS TERRESTRIS) AS POLLINATORS FOR MELON (CUCUMIS MELO L.) GROWN IN GREENHOUSES. Acta Horticulturae. 131-134. 10.17660/ActaHortic.1999.492.15.
Rosalind R. James, Theresa L. Pitts-Singer (2008). Bee Pollination in Agricultural Ecosystems. Oxford University Press