Clorosi, tessuti di foglie e germogli che “croccano”, guttazione eccessiva, midollo centrale del fusto ridotto e bassa vigoria dei palchi in accrescimento: sono alcuni tra i più diffusi sintomi di una diminuita assimilazione di nutrienti dal suolo e quindi di una scarsa produzione di fotosintetati da parte della pianta, spesso causati dalla Sindrome dei terreni stanchi e da altre concause, come l’abbassamento della temperatura del substrato di crescita e del pedoclima in generale.
La scarsa disponibilità per limitato assorbimento radicale di macroelementi e mesoelementi, come l’Azoto (N-NO3 – NH4+), il Potassio (K+), il Magnesio (Mg2+), nonché i microelementi come il Ferro, lo Zinco e il Manganese, quest’ultimi fondamentali per i processi enzimatici e la sintesi della Clorofilla, limita fortemente le capacità produttive e generative delle colture.
Spesso si interviene intensificando la fertirrigazione con adeguate soluzioni nutritive, tuttavia ignorando la limitata capacità assorbente delle radici nel periodo freddo.
In questi casi, infatti, è preferibile integrare anche somministrazioni epigee, in grado di apportare in misura diretta sia gli elementi fondamentali (macro, meso e microelementi), che biostimolanti, quest’ultimi capaci di ottimizzare l’assorbimento dei primi e fonti di tutte le altre sostanze necessarie per il metabolismo vegetale (enzimi, amminoacidi, acidi organici, ecc.).
Prevedere protocolli basati sull’integrazione di diverse specialità nutrizionali e biostimolanti, somministrati specialmente per via epigea, nonostante i limiti delle concimazioni fogliari, consente pertanto di sostenere l’accrescimento vegetale nonostante gli stress abiotici e la stanchezza del terreno.
Un caso documentato e allegato a questo articolo, riguarda una coltivazione di pomodoro allungato, particolarmente affetto da tali problematiche, con bassa presenza di clorofilla, bassa vigoria dei palchi e tendenza alla vegetatività della coltura. Il cambiamento, grazie ad interventi epigei, è ravvisabile sin già dalla cima e dalle foglie adulte superiori, i quali si presentano un maggiore contenuto in pigmenti verdi, morbidezza dei tessuti e aumento nel vigore dei palchi.
Quale protocollo?
In piante dotate di una vegetatività eccessiva e caratterizzate da bassa produzione di biomassa e pigmenti fotosintetici, tendiamo a consigliare protocolli basati su:
- induttori di resistenza, specie se ricchi di Si (Silicio) e Ca (Calcio), in grado di strutturare e fortificare le pareti cellulari (Barrier, Cosmocel);
- amminoacidi levogiri, acidi organici e vitamine, mattoni primari nella costruzione di tessuti e fitormoni, capaci di attivare il metabolismo e la fotosintesi (Humifert, Cosmocel);
- NPK, predominanti in P e K e spesso addizionati/complessati con amminoacidi, utili per integrare il limitato assorbimento realizzato a livello radicale, fondamentali per la produzione di biomassa (Agro-K, Cosmocel).
Questo è un esempio di protocollo adottabile per colture aventi le medesime disfunzioni assorbitive esposte, tuttavia è sempre indispensabile il consulto con Tecnici specializzati, in grado di identificare fisiopatie ed eventuali tracce di fitopatie sulle colture, in grado quindi di stilare i più appropriati protocolli d’intervento per l’azienda.
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