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TRACHEOMICOSI DI POMODORO E SOLANACEE: UNA PANORAMICA UTILE PER UN’ATTENTA VALUTAZIONE

07-03-2024 14:14

Raggio Verde

Attività Agronomica ed Esperienze di Campo, Ricerca e Fitoiatria, Cultura Agraria,

TRACHEOMICOSI DI POMODORO E SOLANACEE: UNA PANORAMICA UTILE PER UN’ATTENTA VALUTAZIONE

Le tracheomicosi su Solanacee come il pomodoro sono fitopatie di origine crittogamica, in grado di colpire il cilindro centrale delle piante coltivate...

Le tracheomicosi su Solanacee come il pomodoro sono fitopatie di origine crittogamica, in grado di colpire il cilindro centrale delle piante coltivate. Queste patologie possono causare notevoli disagi alla produzione, in quanto capaci d’impattare in modo significativo sulla produzione, riducendo sia la quantità che la qualità del raccolto finale.

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Vari sono gli agenti causali, alcuni dei quali, comuni a tutte le coltivazioni, includono soprattutto Fusarium oxysporum e Verticillium dahliae.

 

Questi funghi penetrano nelle piante attraverso le radici, o le ferite in alcuni rari casi, e si diffondono attraverso i vasi xilematici del cilindro centrale, bloccando di fatto il flusso di acqua e nutrienti e causando il deperimento conseguente e progressivo della pianta.

 

I sintomi su Solanacee e Pomodoro possono variare a seconda del tipo di’agente eziologico e della fenofase coinvolta; tuttavia, alcuni sintomi comuni includono:

 

  • Appassimento e/o ingiallimento. Questo è spesso uno dei primi sintomi visibili. Le foglie possono iniziare a ingiallire e appassire, specialmente durante le ore di massima insolazione della coltura, come a mezzogiorno.
  • Necrosi su epidermide e cilindro centrale. Man mano che la malattia progredisce, la morte dei tessuti infetti può progredire sia a livello dei fasci vascolari xilematici, in questo modo bloccando il flusso di acqua e nutrienti (visibile, quindi, mediante una sezione del fusto), sia a livello esterno, con la estensione delle necrosi nella porzione più epidermica di tessuti colpiti, evidenziandosi già a colpo d’occhio sulla ceppaia.
  • Diminuzione della resa. Lo sviluppo stentato, il ridotto assorbimento e la limitata traslocazione della linfa grezza, porta sovente le piante a ridurre numero, calibro e pezzatura delle bacche.
  • Avvizzimento delle ceppaie. Nei casi gravi, le tracheomicosi conducono direttamente alla morte prematura della pianta, per occlusione totale dei fasci vascolari. 
     
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La prevenzione è la chiave per gestire la tracheomicosi del pomodoro. Tra i metodi cardine, sicuramente gli interventi di ordine agronomico, come:  

 

  • Rotazione delle colture. L’avvicendamento contribuisce a ridurre la quantità d’inoculo presente nel suolo, spesso in grado proliferare a causa della monocoltura, ormai consolidata nella Fascia Trasformata.  
  • Sistemi di coltivazione fuori suolo, idroponici, aeroponici. Grazie al ricambio periodico, per vetustà o ridotto rendimento nel tempo delle lestre, la coltivazione nel fuori-suolo e substrati consente di ridurre o mitigare il rischio di gravi perdite per l’accumulo di agenti tellurici di malattia o di danno.
  • Uso di varietà e portinnesti resistenti. Alcune varietà sono sviluppate per resistere a specifici ceppi ed ecotipi, quindi garantendo la produttività nonostante la presenza del patogeno.  
  • Controllo dell’irrigazione. Mantenendo il giusto livello di umidità e umettamento del substrato o suolo, è possibile prevenire la germinazione e la diffusione degli agenti causali.
  • Solarizzazione, Sovesci e Biofumigazione. L’impiego della solarizzazione, con interramento di adeguati volumi di sostanza organica (Letame, Compostati vegetali, ecc.), consente di “pastorizzare” il suolo, adeguando lo stesso ad un tenore di SO adatta allo sviluppo di un Microbioma selezionato e antagonista. Allo stesso modo, sovesci di essenze adatte e Biofumigazione con Brassicacee o derivati, consentono di sfruttare gli Isotiocianati sprigionati per abbattere gran parte della popolazione microbica ostile, apportando nel contempo elementi per lo sviluppo di Microorganismi antagonisti.

 

Altri metodi di prevenzione sono quelli di tipo diretto, con l’ausilio di mezzi chimici per la Disinfezione preliminare pre-impianto, come Metham, 1,3-Dicloropropene, Dazomet, ecc., pur tuttavia rappresentando elementi in grado di acuire la “stanchezza” del suolo per l’eliminazione indiscriminata della biodiversità. In pre-impianto e copertura, è significativo l’utilizzo di antagonisti naturali di contenimento, come Trichoderma spp., Pseudomonas spp. Pythium oligandrum, ecc., integrato con opportuni inoculi Microbici di Rizobatteri, Cianobatteri, Micorrize e altri componenti benefici del Microbioma radicale.

 

Ognuno di questi elementi può e dev’essere inserito in funzione del contesto agronomico su cui si opera, in base alla gravità delle infezioni e della stanchezza del terreno riscontrata, variamente integrato e incluso con gli altri. Pertanto, è fondamentale la valutazione preliminare degli appezzamenti e il consulto con Tecnici specializzati, al fine di poter disporre di una guida e un’adeguata pianificazione d’interventi ad-hoc per ogni azienda.


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fonti: 

Davino W.S., Avversità del pomodoro: virus e funghi terricoli, 2018, Ed. L’informatore Agrario 

Matta A., Fondamenti di Patologia Vegetale, 1996, Pàtron Ed. 


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