È ormai noto come le capacità di crescita, nutrizionale e di salute di piante e colture siano strettamente connesse alle comunità microbiche del terreno ad esse associate, il cosiddetto Microbiota (vedi “Sostanza Organica e Microbioma: Connubio Perfetto”). Il Microbioma (Microbiota e Piante) comprende numerosissime specie di microrganismi e quasi infinito è il numero delle loro cellule microbiche: da prove sperimentali si sono rilevate fino a 1011 cellule per ogni grammo di radice! La famosa domanda: “Ci sono più Galassie nell’Universo o Granelli di sabbia in una spiaggia?” potrebbe essere ribaltata in “Ci sono più Microrganismi in un suolo che Galassie nell’Universo?”. Probabilmente è proprio così!
Questa praticamente infinita popolazione microscopica è fondamentale per la crescita di tutte le piante ed è una simbiosi esistente già da milioni di anni.
In particolare alcune specie microbiche sono più importanti di altre: oltre a Trichoderma, le specie che rivestono un ruolo sinergico negli scambi nutrizionali microrganismo-pianta, sono sicuramente il fungo arbuscolare (micorriza) Rhizophagus irregularis (Glomus intraradices) e alcuni batteri della rizosfera, come Bacillus subtilis e Pseudomonas. Questi ultimi sono efficienti produttori di siderofori, cianuro di idrogeno e antibiotici (tossici e inibenti per certi patogeni delle piante), rendendo indisponibile il Fe (ferro) per altri microrganismi patogeni (ma favorendone al contempo l’assimilazione alle piante e potenziando pertanto le loro capacità produttive in Clorofilla e quindi la fotosintesi).
L’influenza di funghi arbuscolari simbionti e batteri della rizosfera sulla fisiologia vegetale è quindi rappresentata dall’attivazione di alcune importantissime funzioni: oltre alla componente nutrizionale (scambi nutrienti, fitormoni) anche la produzione e il veicolo di sostanze ad azione elicitoria, in grado di esercitare fenomeni di induzione di resistenza nei tessuti vegetali coinvolti, favorendo la produzione e l’attivazione di sostanze ad attività fortificante e di contrasto ad eventuali infezioni/infestazioni (antiossidanti, flavonoidi, polifenoli, alcaloidi, ecc.).
Forniamo un aneddoto di campo, utile per comprendere come la somministrazione in fertirrigazione di formulati contenenti elementi del Microbioma, Glomus e Pseudomonas (Campeón, Massó) e bioattivanti con NPK (Maral, Agriges), unitamente alla integrazione fogliare con specialità fortificanti a base Calcio-Silicica (Barrier, Cosmocel), estratti vegetali di Acacia e Salice contenenti flavonoidi e saponine (Merlino, Itaka), nonché corroboranti a base di Estratti di propoli (Propolis, Simcro), possa consentire il recupero nutrizionale e il bilanciamento fitormonale di piante di pomodoro allevate in serra, realizzando in particolare:
- l’aumento della componente antocianica di cime e fusti, sinonimo della ritrovata ed efficiente traslocazione floematica;
- una ricca tomentosità degli apici e dei palchi in formazione, segno di generatività della coltura;
- un maggior rinverdimento sia delle foglie adulte che di quelle giovani (per migliore disponibilità delle riserve di Fe e Mg, e quindi di clorofilla), sintomo di un miglioramento dell’efficienza fotosintetica.
fonti:
Bonfante P., Alle radici della simbiosi pianta-funghi micorrizici arbuscolari: non solo uno scambio di nutrienti. Quaderni dei Georgofili, Accademia dei Georgofili. 2012
Sellitto V.M., I microrganismi utili in agricoltura. Edagricole, 2020
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