Nel corso della loro evoluzione, le piante superiori hanno sviluppato sistemi di difesa per poter contrastare ogni fenomeno avverso, biotico e/o abiotico, che potesse influire sulla loro crescita. Dagli adattamenti fisiologici e biochimici fino alle interazioni con altri esseri viventi coesistenti con esse: in particolare con i Microrganismi che occupano diverse altre nicchie ecologiche insieme alle piante e alle loro radici. Questi si sono pertanto evoluti unitamente ai loro ospiti, le piante, talvolta anche simbioticamente, adattando nel corso di milioni di anni le loro peculiarità genetiche in sinergia con lo sviluppo dei vegetali occupanti le nicchie vicine.
Sono stati fatti notevoli passi in avanti nell’individuazione dei Microrganismi che popolano i suoli agrari, e molte sono ora le scoperte che li individuano attivi, sinergici e in relazione con le piante: il cosiddetto Microbiota associato alle piante, è infatti un pool efficiente di scambi e comunicazioni biochimiche tra i diversi bionti, in grado di determinare una vera e propria “fertilità” biologica del suolo.
Grazie a questo contributo è risaltata l’importanza sempre più incisiva, negli ultimi anni, di provvedere, non solo alla ricostituzione della Sostanza Organica sempre mancante nei suoli coltivati, ma anche del Microbiota specifico per le colture, integrando ove possibile con formulati in grado di ristabilirne la proliferazione. L’insieme delle colture, dell’ospite quindi, e del relativo Microbiota (i microorganismi appartenenti a regni, specie e ordini diversi) comprendente le specifiche nicchie ecologiche e ai prodotti della loro attività, è definito con il termine di Microbioma. Le piante coltivate vivono in Microbiomi peculiari, dove specie di Microrganismi consentono la crescita in condizioni altrimenti difficili, come in presenza di agenti di danno o patogeni, caratteristiche pedoclimatiche avverse, ecc.
La possibilità di arricchire la crescita di alcuni dei microrganismi costituenti il Microbioma, consente di sviluppare capacità produttive superiori, agendo su caratteristiche come la precocità, le resistenza agli agenti abiotici (caldo, freddo), il contrasto diretto e indiretto a patologie (batteriosi, tracheomicosi, crittogame telluriche), agenti di danno (nematodi galligeni), nonché sviluppo e crescita migliorati (radicazione, sviluppo vegetativo, capacità riproduttive, ecc.), grazie a metaboliti e altre sostanze biochimicamente attive prodotte dagli stessi (fitormoni, amminoacidi, ecc.). Tale possibilità è uno degli elementi preponderanti della Nuova Rivoluzione Verde, tanto cara all’Agricoltura degli ultimi anni.
Come contribuire alla formazione quindi di un adeguato Microbioma?
Diverse sono le soluzioni adottabili, ma certamente tutte hanno in comune:
- preparazione di un substrato ricco di sostanza organica, di origine animale e/o vegetale, in grado di ammendare e arricchire il terreno di elementi di crescita per lo stesso Microbiota;
- riduzione della componente chimica di sintesi, soprattutto abbassando l’apporto di anticrittogamici e sostanze attive persistenti e non bio-selettive;
- apporto di formulati contenenti i Microrganismi di interesse agronomico specifico, come quelli a base di Funghi Micorrizici Arbuscolari (Rhizophagus spp.), Funghi Simbionti (Trichoderma spp.), Batteri tellurici e della rizosfera (Bacillus spp., Azotobacter spp., Thermoactinomyces spp., Streptomyces spp., ecc.), Lieviti e altri agenti antagonisti (Pochonia clamydiosporia, Paecilomyces lilacinus, Coniothyrium minitans, ecc.).
- sostegno allo sviluppo dell’intero Microbioma, ovvero radici e Microbiota, attraverso l’impiego di formulati a capacità Pre-Biotica (radicanti, complessi a base di sostanze rizogene e biostimolanti, ecc.).
Un esempio è riportato in questo articolo con alcune esperienze maturate proprio in concomitanza dell’inizio dell’anno agrario corrente: un trapianto di pomodoro condotto con l’ausilio di una concimazione di fondo speciale, a base di panelli vegetali di Brassicaceae arricchiti da consorzi microbici selezionati (Thermoactinomyces spp., Streptomyces spp. e Bacillus spp.), applicati sin dal pre-trapianto lungo la fila (Rycyneem, Agriges).
La crescita della rizosfera è stata stimolata sin dalla crisi post-trapianto (T+3gg), con formulati ad azione rizogena e prebiotica, contenenti acidi organici, L-amminoacidi liberi, fitormoni di origine naturale e umati (Rootex, H850, Cosmocel). Il substrato è stato poi arricchito (a T+6gg) con specialità a base di Trichoderma asperellum, T. harzianum e T. atroviride (3KO, Itaka), capaci di attività fitostimolante e antagonista nei confronti agenti tellurici di malattia (Pythium, Phytophtora, Rizoctonia).
Risultati:
- ampiezza della lamina fogliare e piante con spiccate capacità vegeto-riproduttive (presenza degli abbozzi fiorali a internodi regolari);
- esteso sviluppo delle radici primarie e secondarie, anche oltre la chioma delle piante, e visibile presenza di folta peluria radicale;
- ideale colonizzazione microbica dei pellets organici di base, capaci quindi di sostenere la crescita della coltura limitando pertanto gli apporti minerali.
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fonti:
Bevivino, Annamaria & Sonnino, Andrea & Rossi, Luigi. (2020). Il microbioma dell'agro-ecosistema al servizio della produzione primaria. Accademia dei Georgofili
Chavarria-Carvajal J.A., Rodriguez Kabana R., Klopper J.W., Morgan Jones G. (2001) - Changes in populations of microrganism associated with organic amendaments and benzaldehyde to control plant parasitic nematodes. Nematropica, 31: 165-180.
Chitwood D.J. (2002) – Phytochemical based strategies for nematode control. Ann. Rev. Phytopathol., 40: 221-249