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RAGNETTO ROSSO BIMACULATO: SOLANACEE SEMPRE IN PERICOLO!

18-09-2023 20:22

Raggio Verde

Attività Agronomica ed Esperienze di Campo, Ricerca e Fitoiatria, Cultura Agraria,

RAGNETTO ROSSO BIMACULATO: SOLANACEE SEMPRE IN PERICOLO!

Il Ragnetto rosso bimaculato, Tetranychus urticae (Koch), è un acaro polifago di origine sudamericana, ormai ben diffuso ormai in tutte le fasce agrarie...

Il Ragnetto rosso bimaculato, Tetranychus urticae (Koch), è un acaro polifago di origine sudamericana, ormai ben diffuso ormai in tutte le fasce agrarie, specie quelle intensive. Esso è in grado di colonizzare numerosissime specie d’interesse agrario, soprattutto le Solanacee come Melanzana, Peperone e Pomodoro, conservandosi anche in essenze spontanee e infestanti, e prediligendo le colture in serra, ove le condizioni pedoclimatiche sono costanti tutto l’anno.

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Le dimensioni degli adulti variano da 0,3-0,4 mm per i maschi, a 0,5-0,6 mm per le femmine, subovali per forma in quest’ultime, piriforme nei maschi. Le femmine primaverili-estive assumono un colore giallo-rosa, per poi virare, con l’età e l’alimentazione, verso tonalità verdastre o rossastre, con due macchie laterali brune; le forme svernanti hanno invece un colore arancio uniforme. 


Il ragnetto rosso produce abbondanti fili sericei sulle foglie, soprattutto ad infestazioni alte, sui quali gli individui della colonia si muovono agilmente, tendendo a infestare nuovi organi e piante contigue.


Le foglie e i tessuti assumono quindi un caratteristico colore giallo-rugginoso, accartocciandosi e deformandosi in maniera più o meno considerevole, arrivando fino al disseccamento totale nelle infestazioni più gravi. I danni maggiori si verificano nel periodo più secco e caldo dell’anno, come quello tardo-primaverile ed estivo: Tetranychus predilige infatti temperature tra i 30° e i 32°C, e una quanto più ridotta UR dell’aria, come è tipico delle colture estive, facilmente investite, sovente, dal clima secco e dai venti favorevoli con cui esso può diffondersi e spostarsi.

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Il danno sui frutti é simile a quello cagionato su foglie e getti vegetativi, spesso accompagnato da fessurazioni sulla superficie dell’epicarpo, come accade su Pomodoro di varietà costolute; su melanzana è tipico il disseccamento pressocché completo dei peduncoli e la proliferazione sericea per tutto il frutto in accrescimento.


Dato i notevoli danni che può causare, è fondamentale programmare protocolli fitosanitari di contrasto fin dalle prime colonie individuate. Lo Zolfo, specie quello triventilato, rappresenta uno dei migliori alleati agronomici a carattere preventivo nel limitare le pullulazioni iniziali. Tuttavia, la capacità corrosiva alle strutture serricole, alla copertura e al telo plastico, nonché il potenziale effetto “sporcante” su bacche e frutti, ne limita l’impiego.

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Nei nostri ambienti, è particolarmente presente allo stato autoctono o integrato con lanci, l’acaro predatore Phytoseiulus persimilis che, nelle colture sottoposte a trattamenti fitosanitari selettivi, è in grado di frenare le infestazioni di ragnetto rosso. Difatti esso è adattabile nei protocolli di difesa integrata, soprattutto nel periodo primaverile-estivo, purché non si abbassi troppo l’UR.


Nel caso del peperone in serra, i protocolli con il Fitoseide risultano di particolare efficacia, grazie alle peculiarità della Solanacea. Diverso è il caso di Melanzana e Pomodoro, ove la notevole tomentosità dei tessuti e la produzione degli essudati, rendono la diffusione del Fitoseide piuttosto limitata. In queste colture, soprattutto per la prima, si procede a protocolli integrati, ove spesso predominano formulati di origine naturale, come Olii vegetali, Beuveria bassiana, Estratti vegetali ad azione repellente o biocida e Sostanze Attive (SA) di sintesi. In quest’ultimo caso, si effettuano trattamenti con SA ad azione acaricida adulticida specifici e selettivi con altre ad azione ovicida.


Rimane fondamentale monitorare le infestazioni e la mortalità in post-trattamento, cercando di agire allo stesso tempo in maniera agronomica sulle infestazioni, attraverso il mantenimento di un’adeguata UR e una temperatura in serra compatibile con lo sviluppo della coltura e la mitigazione delle proliferazioni, arieggiando le strutture e/o irrigando sovrachioma per ridurre l’attività del Tetranichide.


Devi risolvere un problema in agricoltura? I nostri tecnici sono al tuo fianco!


fonti:
AA. VV. (2010): Il Pomodoro, coordinamento scientifico di V. Magnifico. Collana Coltura&Cultura, ideata e coordinata da R. Angelini, Bayer CropScience, Ed. Script, Bologna, pagg172-174

AA. VV. Le principali alterazioni del pomodoro in serra (2008), Reg. Sicilia

Sannino L., Espinosa B., I parassiti animali delle solanacee (2009), Edagricole


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