Il 2009 è stato un anno particolarmente segnante per l’orticoltura specializzata: il divieto di utilizzo in Italia del famigerato Bromuro di Metile (2008/753/CE), tossico per uomo, animali, microrganismi e lesivo per la fascia di Ozono. Con esso sono tramontati decenni di agricoltura convenzionale, basata sul “vuoto biologico” da fumigazione totale e si sono delineate forme di difesa e coltivazione nuove, con l’espansione, oltre di metodi chimici alternativi e a impatto moderato, anche di accorgimenti agronomici; il tutto per far fronte contro le crescenti emergenze telluriche, acuite sovente dai terreni stanchi e dalla monocoltura.
Si affaccia sulla scena, con sempre più innovazioni, la tecnica dell’innesto e dei metodi biologici. In particolare, l'innesto è una specialità già applicata in tempi remoti nelle coltivazioni arboree. La variante “erbacea” è utilizzata oggi nel campo dell’orticoltura specializzata, soprattutto per le Solanacee (Pomodoro, Melanzana) e le Cucurbitacee (in particolare, Cetriolo e Cocomero). L’adozione di un portinnesto erbaceo adeguato, sovente interspecie (ad esempio: L. hirsutum x L. esculentum, nel caso del pomodoro; Solanum selvatici per la melanzana; Zucche ibride C. maxima x C. moschata per le cucurbitacee) non solo permette di tollerare, se non addirittura di superare, la presenza di parassiti tellurici, ma concede anche lo sfruttamento del livello di vigore del portinnesto e della sua adattabilità. In breve, i vantaggi nel disporre una pianta innestata possono essere riassunti in:
- migliore acclimatamento nell’ambiente di coltivazione,
- maggiore resistenza agli sbalzi termici;
- tolleranza alla salinità/sodicità e allo stress idrico;
- vigore adatto alle capacità produttive, con tendenza vegeto-generativa bilanciata al nesto di riferimento,
- resistenze e/o tolleranze a Va:0/Vd:0; Fol: 0,1, (2), For (Tracheomicosi, Verticillium e Fusarium, nelle diverse varianti), PI (Fitoftore), Ma/Mi/Mj (Nematodi galligeni appartenenti a Meloidogyne arenaria, M. incognita, M. javanica).
La tecnica dell’innesto è praticata in vivai altamente specializzati come Ecofaber, ove la possibilità di programmare semine di nesti e portinnesti (bionti), le porzioni organografiche fondamentali, è richiesta già in fase preliminare. In Vivaio è posta assoluta attenzione alla possibile incompatibilità tra i due bionti, al fine di ridurre fenomeni di “collasso”, con la manifestazione evidente di squilibri idrici e infezioni da organismi opportunisti, soprattutto Batteri, introdotti mediante abbondanti fenomeni di guttazione, edemi fogliari e zone umide non cicatrizzate nel punto d’innesto.
Si evince quindi come sia essenziale porre nel massimo “comfort” le nostre colture, partendo sin già da prima nei confronti del suolo, delle sue caratteristiche di fertilità, fino alla scelta della varietà più adatta e del piede (portinnesto) più armonico alla vigoria della prima, limitando le infezioni e rendendo le colture più generative e adeguate alle aspettative del Produttore.