La radice è la zona organografica più importante nelle piante: da essa dipende l’assorbimento, la traslocazione e l’assimilazione di tutti i nutrienti utili per la crescita e lo sviluppo. Ciò è ancor più importante per le colture d’interesse agronomico, da cui deriva produttività e reddito. Di quest’organo, la porzione di maggior rilievo è la zona pilifera, ovvero quella assorbente, folta di peli radicali, attiva nell’assorbimento dei nutrienti minerali adsorbiti dalla soluzione circolante.
Da ciò si evince come sia fondamentale garantire accrescimento e vigoria in questa zona organografica, pena riduzioni nello sviluppo e carenze. Elementi che, infatti, ne condizionano lo sviluppo generale, sono le sostanze biochimicamente attive, come acidi organici e amminoacidi specifici (come il Triptofano), gli ioni come NO3-, NH4+ e Ca++, ma anche la stessa disponibilità idrica e l’Ossigeno, quest’ultimo indispensabile per la respirazione cellulare delle radici.
Microrganismi, come Micorrize, funghi e batteri simbionti e antagonisti, possono esercitare anch’essi un’azione diretta e indiretta sullo sviluppo delle radici, grazie alla produzione di sostanze ad azione fitostimolante, nonché mediante simbiosi proficue con scambio mutualistico di nutrienti e sostanze organiche attive tra i bionti.
Fattori biotici o abiotici di disturbo possono alterare lo sviluppo, la vitalità e il funzionamento di questa zona fondamentale, inducendo le colture a ridimensionare gli elementi nutritivi a disposizione e riducendo vegetatività e generatività.
Un esempio concreto è riportato dall’esperienza testimoniata dalle foto allegate in questo articolo.
Una coltura di Melanzana innestata ha subìto uno stress nel mantenimento e sviluppo dell’apparato radicale, a causa della somministrazione eccessiva di Acido nella Soluzione Nutritiva erogata. Una eccessiva acidificazione (sebbene temporanea) della soluzione circolante, infatti, può causare danni diretti all'apparato radicale delle colture, oltre che provocare indisponibilità di alcuni ioni a carica negativa come NO3-, H2PO4-, ma anche alcuni meso e microelementi come Mg++, Ca++, Mn++ e Zn++.
Clorosi internervale su foglie più o meno grave, germogli stentati, midollo centrale del fusto ridotto e aborti fiorali sono tra i sintomi più immediati di una diminuita assimilazione di nutrienti dal suolo e quindi di una scarsa produzione di fotosintetati da parte della pianta.
In questi casi è fondamentale agire in misura più o meno tempestiva nei confronti della causa principe del fenomeno: la perdita di volume radicale!
La scarsa disponibilità, infatti, per limitato assorbimento radicale di macroelementi e mesoelementi, come l’Azoto (N-NO3), il Potassio (K+), il Magnesio (Mg2+), nonché dei microelementi come il Ferro, lo Zinco e il Manganese, quest’ultimi fondamentali per i processi enzimatici e la sintesi della Clorofilla, limita fortemente le capacità produttive e generative delle colture.
Spesso si interviene intensificando la fertirrigazione con adeguate soluzioni nutritive; tuttavia, ignorando la limitata capacità assorbente delle radici danneggiate.
In questo specifico caso, invece, si è preferito intervenire con la somministrazione di formulati a base di amminoacidi, umati e promotori della radicazione (Rootex, H850, Cosmocel), seguita da integrazione apporti con specialità contenenti Ca++ e Mg++ prontamente assimilabili, al fine di accelerare l’accrescimento radicale e compensare la carenza di Magnesio fondamentale per la Clorifilla (Mainstay Calcio, Mainstay Magnesio, Cosmocel).
Il risultato, come si evince dalle foto, è il recupero nella porzione epigea di nuova formazione e, in parte nei tessuti carenti, del colore verde tipico di chioma attiva e l’emissione di getti vegeto-riproduttivi tomentosi e violacei, tipici di piante di Melanzana in serra in piena attività metabolica e produttiva.
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Fonti:
AA.VV. Good Agricultural Practices for greenhouse vegetable crops Principles for Mediterranean climate areas, FAO Rome 2013
Taiz L., Zeiger E., Fisiologia vegetale (Ed. 2012), Piccin