Il periodo invernale sta per cedere il passo a regimi termici più miti, tipici di colture orticole a frutto che caratterizzeranno la “bella stagione”: la primavera e l’estate!
Tra le specie coltivate predominanti, il Cocomero e il Melone sono sicuramente le colture primaverili prìncipi della fascia trasformata: in serra, in tunnel e in pieno campo. Tali coltivazioni, soprattutto quelle localizzate in ambito protetto, costituiscono veri e propri secondi cicli, molto più importanti di una semplice rotazione intercalare.
La specializzazione colturale per questi generi orticoli ha permesso l’introduzione di varietà, portinnesti, nonché protocolli agronomici e fitosanitari d’intervento ad-hoc e specifici per gran parte delle aziende agricole locali, sempre più mirati ed efficaci.
La disponibilità infatti di formulati e specialità in commercio, come biostimolanti microbici e non microbici, rende le complicanze derivanti dalla “Stanchezza del Terreno” sempre meno limitanti la produzione per queste colture primaverili.
L’accurata preparazione pre-impianto degli appezzamenti, come già introdotto con il precedente “Microfumigazione nel Secondo Ciclo: una soluzione a tutela del Microbioma”, consente infatti di ovviare alla sindrome dei terreni stanchi, grazie all’introduzione di specie microbiche e loro substrati di crescita favorevoli e sinergici per lo sviluppo successivo della coltura a dimora.
La coltura di Cocomero Nikas F1 innestato su Sombrero, allegata in diversi scatti a questo articolo, dimostra quanto sia indispensabile provvedere al sostegno del Microbioma, utilizzando anche Biostimolanti non microbici, in grado di sostenere lo sviluppo della coltura e di fungere da versatili strumenti ad azione pre-biotica.
Le piante, coltivate in serra e supportate da TNT (tessuto-non-tessuto) per la protezione dagli eccessivi sbalzi termici di tardo inverno, sono state trattate con biostimolanti microbici e non microbici sin dal post-trapianto (T+3, a 3 giorni dal trapianto), con l’introduzione di Trichoderma harzianum, T. asperellum e T. atroviride, (3KO, Itaka), acidi umici, fulvici, amminoacidi levogiri a corta catena e acidi organici (H-850, Rootex, Cosmocel).
L’ausilio dei fulvati e degli umati consente ai ProBiotici di colonizzare gran parte della rizosfera, stabilendo le prime connessioni simbiotiche con le radici delle plantule, sviluppandosi in una vera e propria rete interconnessa tra le varie ceppaie nei successivi 30 giorni; mentre gli amminoacidi, i fitormoni di origine vegetali e gli acidi organici, fornisce il “carburante” per la rizogenesi e un ottimo substrato di crescita della flora microbica.
Questo citato protocollo costituisce un vero e proprio intervento ad effetto “starter”, consentendo l’affrancamento completo delle piante a dimora e i loro successivo accrescimento vegetativo.
A seguire di questa prima fase, infatti, il protocollo può contare verso la strutturazione, la fortificazione dei tessuti vegetativi e l’emissione di primi getti riproduttivi: la coltura di Nikas F1 è stata infatti biostimolata, nei successivi 7 giorni dopo il trapianto (T+7), con specialità fortificanti, a base di Silicio e Calcio (Barrier Si-Ca, Cosmocel) e attivanti (V-Power, Agriges), in grado di rafforzare i tessuti e consentire il flusso bilanciato di fitormoni ed elaborati.
Ulteriori elementi del Microbioma, come Funghi Micorrizici Arbuscolari e Batteri della rizosfera (Hercole, Itaka), unitamente ad estratti vegetali di Neem a tipica azione nematostatica (Neman Flow, Simcro), sono stati infine apportati a T+10.
I risultati dopo la prima decade dal trapianto sono ben visibili nelle foto allegate, e possono essere schematizzati come:
- ampio sviluppo della lamina fogliare e dei getti vegetativi;
- rafforzamento dei tessuti e colore verde intenso delle foglie;
- ben conformata espansione della rizosfera e ingrossamento della zona del colletto, segno dell’adeguata disponibilità di energia tra zona apicale e basale.
Successivo step per la coltura è garantire l’armonica differenziazione delle infiorescenze, mediante interventi a supporto florigeno, garanzia della futura produzione di frutti per le piante.
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