Molte delle famiglie di Afidi fitofagi oggi conosciute sono per lo più cosmopolite, diffuse in tutti gli areali agrari del mondo, in coltura protetta così come in pieno campo, infestanti le più svariate specie d’interesse agronomico.
Il frequente ritorno del clima sciroccale, caldo e caratterizzato da regime umido, particolarmente favorevole alla proliferazione d’insetti agenti di danno per le piante coltivate, ha determinato frequenti infestazioni in serra anche da parte di numerose specie di Aphididae.
Prima fra le tante, Myzus persicae (Sulzer), Afide Verde del Pesco, è quella che maggiormente si rinviene in colture di Solanacee in serra: Peperone in primis, ma anche Pomodoro e Melanzana, seppur meno frequentemente.
I danni sono ben noti: deformazioni, arricciamenti, vegetazione imbrattata da melata e fumaggine, comparsa di piante colpite da virus di cui sono spesso vettori (CMV, PVY, ecc.).
L’afide è inoltre caratterizzato dalla presenza di numerosi biotipi dotati di una più marcata fecondità e accrescimento, rendendo le infestazioni particolarmente insidiose per la velocità con cui esse possano propagarsi per tutto l’appezzamento. Da non dimenticare, a tal proposito, la presenza di individui in forma alata, in grado spostarsi da zona a zona, al fine di creare sempre nuove colonie.
Data la notevole prolificità, è sempre più frequente rinvenire infestazioni con Afidi particolarmente resistenti agli insetticidi comunemente usati.
È fondamentale quindi adottare dei protocolli di controllo che possano limitare precocemente i focolai, inserendo strategie variamente integrate di lotta che contemplino:
- L’impiego o la cura di ausiliari e/o Antagonisti, anche autoctoni, come Aphidius spp., Chrysoperla carnea, Macrolophus pygmeus, Antocoridi, ecc.
- L’uso continuato di formulati biotecnologici, come quelli a base di Beauveria bassiana, in grado di parassitizzare intere colonie.
- L’integrazione di sostanze di base, naturali e/o a basso impatto, come gli estratti vegetali a formulazione specifica ottenuti dal Neem (Olio di Neem, Bio Alt), da Liliacee ad azione repellente (GarlAct, Simcro), nonché formulati a base di sostanze di natura polimerica e rivitalizzante-antistress (Akar plus, Agriges).
- Sostanze attive di sintesi (SA), selettive nei confronti di (1), da inserire a una-tantum, al fine di potenziare l’azione dei trattamenti fitosanitari prettamente BIO (qualora l’indirizzo produttivo dell’azienda lo contempli).
In sintesi è fondamentale il monitoraggio continuo delle colture, individuando eventuali focolai precoci e programmando interventi in funzione dello sviluppo delle infestazioni e della presenza di agenti naturali di contenimento, privilegiando quindi strumenti fitoiatrici a basso impatto, al fine di limitare lo sviluppo di ceppi resistenti.
È importante pertanto effettuare controllo e monitoraggio congiuntamente a personale Tecnico qualificato, al fine di riconoscere individui alati pre-colonici e gli agenti naturali di contenimento (Eterotteri Antocoridi, Miridi e Nabidi, Acari Trombididi, Neurotteri Crosopidi, Ditteri Cecidomidi e Sirfidi, ecc.), orientando l’adozione della giusta soluzione fitoiatrica.
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fonti:
Barbagallo S. (1985) – Afidi delle colture ortive. In: Barbagallo S. “Gli afidi e le colture agrarie”. L’Italia agricola, 122 (3), cfr. 17-49.
Mazzoni, E., & Cravedi, P. (2004). Indagine sui meccanismi di resistenza agli insetticidi presenti in alcune popolazioni italiane dell'afide verde del pesco Myzus persicae (Sulzer). In Atti del XIX Congresso Nazionale Italiano di Entomologia (pagg. 1481-1486)