La salinità è una problematica sempre più sentita, specie in alcune zone della fascia trasformata sicula: da Pachino, passando per Vittoria fino Gela e Licata, la presenza di acque ricche di Na+ è via via sempre più sentita. E ciò a causa della siccità crescente negli anni, che favorisce la risalita frequente di Sali, come appunto il Sodio.
Le acque irrigue utilizzate diventano spesso “fisiologicamente” saline, e nella maggior parte dei casi, è necessario adottare, in primis, specie e/o varietà tolleranti, e in secundis strategie volte alla diminuzione degli impatti per le colture come gli antagonismi minerali e le problematiche nell’assimilazione di elementi fondamentali come l’Azoto e il Potassio. Lo stress salino si ripercuote infatti sulla capacità vegeto-produttiva della coltura, influenzandone la pezzatura dei frutti prodotti e il quantitativo di produzione generale.
Inoltre, congiuntamente a condizioni pedoclimatiche quali venti sciroccali che aumentano la evapotraspirazione in campo, la salinità/sodicità è responsabile di gravi fisiopatie dei frutti come il “Blossom-end-rot” ovvero il Marciume apicale delle solanacee.
Questa temibile fisiopatia deprezza il frutto, rendendolo incommerciabile. Ne sono più sensibili Pomodoro e Peperone, soprattutto le varietà con frutti a portamento allungato, a grappolo, costoluto e tondo. La causa è da imputare a ridotto assorbimento e assimilazione del Calcio, soprattutto nella fase di accrescimento iniziale dei frutticini. Spesso nonostante laute somministrazioni di concimi calcici, esso è limitatamente traslocato, in quanto dipendente dal flusso xilematico. La maggior parte del Calcio, infatti, è trasportata verso la chioma e i getti vegetativi (molto traspiranti) e meno nei frutticini (limitatamente traspiranti): tale processo è ostacolato dagli stress osmotici causati altresì dagli eccessi di salinità, che quindi impediscono di arricchire di tale elemento le zone più distali dei frutticini in accrescimento. L'aumento della Conducibilità Elettrica peggiorata dagli eccessi di Na+, è responsabile quindi del calo della pressione radicale verso chioma e frutti, ostacolando di fatto la via e l’accumulo di Calcio nei tessuti.
La salinità e la sodicità indeboliscono pertanto, in specie sensibili, crescita e fotosintesi, aumentando il rischio nella produzione di frutti con fisiopatie quali il Marciume apicale.
Come intervenire?
In allegato a questo post, foto di una varietà di pomodoro costoluto allevato su un terreno con EC 34.000 mS/cm (estratto saturo) e acqua irrigua con 6.000 mS/cm, facilmente colpito dalla fisiopatia descritta. La problematica è stata condotta a risoluzione grazie a protocolli chirurgici e mirati. Gli interventi, infatti, hanno mirato a ridurre il divario osmotico presente a livello della rizosfera, applicando formulati in grado di agire nei confronti del Na+ presente nella CSC del substrato, aiutandolo a dilavarlo grazie all’irrigazione stessa. Tali formulati, contenenti acidi organici/carbossilici complessati con Ca++ (Soilex, Cosmocel), sono in grado infatti di rimuovere il Na+ dal complesso di scambio, quindi dalla soluzione circolante attraverso il dilavamento dello stesso mediante la sua aumentata mobilità che si realizza nel processo; integrato allo stesso, ovviamente, prodotti a base di Calcio in sospensione (Mainsty Calcio, Cosmocel) e specialità per via fogliare in grado di attivare e potenziare la capacità produttiva in condizioni di salinità (Maxi Kare, Cosmocel), amminoacidi levogiri e fisioattivatori fogliari ad azione nutritiva e biostimolante (Humifert, Fosfacel 800, Cosmocel).
Tra le foto, è quindi possibile osservare un miglioramento nelle condizioni vegeto-riproduttive, con la completa scomparsa del Blossom-end-rot e un miglioramento dell’accrescimento del frutto e della sua qualità globale (colore, lucentezza e presentabilità).
Da precisare che è necessario affrontare ogni contesto pedoclimatico appurando la presenza e l’influenza di ogni variabile, al fine di stilare e adattare un appropriato protocollo d’intervento: a tal proposito si suggerisce sempre la consultazione di Tecnici e Professionisti specializzati per condurre ricognizioni e indagini preliminari in azienda.
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Fonti:
Cherry, J. H., ed. (1989) Environmental stress in plants: biochemical and physiological mechanisms associated with environmental stress tolerance in plants (NATO ASI Series G, vol.19)
Gleason, M.L. and Edmunds, B.A. (2006) Tomato Diseases and Disorders. University Extension PM 1266, Iowa State University, Ames.
U.S. Salinity Laboratory Staff – Handbook N.60, 1969