La lotta contro i parassiti animali più dannosi per le colture, i Nematodi galligeni, è da sempre tra le più articolate e impegnative in ambito fitosanitario. Non si è sempre in grado di recuperare pienamente, infatti, la produttività persa a causa di attacchi precoci e la quasi sempre notevole sensibilità delle colture adottate (Cucurbitacee, Solanacee).
Il protocollo di lotta si basa sempre su un ventaglio di strumenti, integrabili fra loro e applicabili in funzione delle infestazioni: in testa, ovviamente, la fumigazione e la Solarizzazione del suolo in pre-impianto, quindi i passaggi con prodotti di copertura, con formulati di tipo biologico e chimico, successivamente.
Cosa fare dunque se gli attacchi si palesano anticipatamente, durante le prime fasi di crescita della coltura, nonostante l’impiego preventivo della disinfestazione preliminare?
I protocolli in copertura vanno intesi come parte di un “ventaglio” di opzioni programmate ad-hoc, decise secondo adeguati monitoraggi tecnici di campo. La valutazione, infatti, va eseguita tempestivamente, in quanto gli effetti degli attacchi sono tanto più gravi quanto più precoce è l’infestazione iniziale: la presenza già di galle compromette la piena funzionalità radicale e le conseguenze quindi sono alquanto deleterie, dato che si ripercuotono sullo sviluppo e sull’accrescimento organografico della pianta.
Vogliamo riportare la prima parte di un’esperienza di Lotta Fitosanitaria condotta su Zucca in serra, una tra le cucurbitacee più sensibili alle infestazioni nematiche.
La coltura, colpita nella fase di accrescimento post-trapianto, ha visto la formazione di prime formazioni galliformi sulle radici emesse e in espansione, determinando palesi difficoltà nell’assorbimento e nell’assimilazione dei nutrienti.
I sintomi, oltre allo sviluppo rallentato, hanno visto il manifestarsi di temporanei appassimenti della chioma, effetto cumulativo tra le elevate temperature del periodo e la ridotta funzionalità dell’apparato radicale. Allessature sono accompagnate, sovente, dalla senescenza e dall’invecchiamento di cotiledoni e prima foglia vera: quest’ultimo fenomeno è a volte confuso con stress da caldo o da scarso apporto idrico.
Sono stati quindi previsti interventi tempestivi, per via fertirrigua, con formulati a base di Abamectina, integrati con una miscela di acidi grassi, alcaloidi, diterpeni glucosinati, fenoli, sesquiterpeni e tannini (Ready start, Agriges), al fine di riattivare e accelerare l’emissione di nuovi getti radicali in piante colpite da stress biotici come quello in atto. Microrganismi ad azione nematofaga/oofaga (Pochonia clamydosporia) sono stati quindi somministrati successivamente sotto forma di Biostimolanti Microbici (Kappa Stop, Itaka), al fine di ridurre la carica di larve di Nematodi galligeni presenti.
L’esito delle prime somministrazioni ha consentito di recuperare buona parte della capacità accrescitiva delle piante, con l’emissione di nuove radici e foglie, ben funzionali. Tuttavia la programmazione prosegue ora, nei prossimi step fertirrigui, sostenendo ulteriormente lo sviluppo della rizosfera con formulati sinergici con le radici.
In particolare, è stato previsto un protocollo basato su miscele di acidi organici, L-amminoacidi liberi, fitormoni di origine vegetale (Rootex, Cosmocel), umati (H-850, Cosmocel) e fermentati batterici ricchi di molecole biochimicamente attive ad azione ormono-simile (Maxy root, Cosmocel), che verrà somministrato a turno e/o in miscele integrate alla Soluzione Nutritiva per le colture, al fine di portare le piante verso un recupero quanto più completo possibile.
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fonti:
F. P. d’Errico, P. Roversi, N. Greco, A. Colombo, R. Giacometti. Nematodi dannosi delle colture: dalla biologia alle moderne strategie di difesa. Ed. L’Informatore Agrario, 2014