Tempo di trapianti, nuove programmazioni e re-inizio dei cicli produttivi nella fascia trasformata del Sud-Est siculo. Per tanti operatori del settore, una nuova sfida, come per ogni anno agrario in procinto di iniziare, mediante programmazioni meticolose rivolte alle problematiche e alle soluzioni da adottare. La Fitoiatria è, in questo momento, particolarmente attenta alle questioni fitosanitarie critiche, come il potenziale sviluppo di epidemie virali che, originandosi sin dalle primissime fasi di crescita delle colture, possono estendersi a macchia d’olio tra un’azienda agricola e l’altra.
I virus sono entità submicroscopiche dotate di materiale genetico in grado di interferire con le normali attività cellulari delle piante, determinando spesso stati patologici che riducono le capacità vegeto-generative e fisiologiche delle colture che ne sono colpite. Esistono diverse patologie di origine virale, dette Virosi, in grado colpire le piante in questo periodo chiave. Ne riportiamo in seguito alcune che rivestono importanza per le perdite produttive che possono provocare per le Solanacee coltivate:
- ToBRFV (Tomato Brown Rugose Fruit Virus);
- TYLCV (Tomato yellow leaf curl virus);
- PePMV (Pepino mosaic virus).
L’argomento desta particolare interesse, per cui affronteremo in più step settimanali le problematiche, approfondendo anche gli aspetti d’intervento, la possibile profilassi fitosanitaria delle colture che potenzialmente potrebbero essere interessate da virosi, sia in pre-trapianto che nel primo sviluppo delle piante.
La prima virosi, famigerata ormai tra gli operatori del settore orticolo, è anche la più recente in termini di introduzione. Come già ben esposto nel post “𝗩𝗜𝗥𝗨𝗦 𝗗𝗔 𝗙𝗥𝗢𝗡𝗧𝗘𝗚𝗚𝗜𝗔𝗥𝗘: 𝗶𝗹 𝗧𝗢𝗕𝗥𝗙𝗩”, la virosi rappresenta una “evoluzione” di ceppi di ToMV (Tomato Mosaic Virus) ed è praticamente ora estesa a tutta l’area mediterranea e dell’Europa Centrale: Turchia, Israele, Spagna, Italia in primis (vedi mappa EPPO aggiornata al 20/08/2021). ToBRFV è dotato di una notevolissima trasmissibilità, per contatto (attrezzi, mani o semi contaminati), capace di un periodo di incubazione variabile e presentate una molteplicità di sintomi: clorosi e necrosi di apici, calici e peduncoli dei frutti, deformazioni e prezzemolature a carico delle foglie, giovani e adulte; rugosità, ingiallimento a bande e/o a macchie più o meno imbrunite (confuse con “blotchy ripening”), deformazioni e maturazione a chiazze.
ToBRFV è una patologia che richiede interventi tempestivi e mirati sin dalla preparazione degli impianti. Come per un “HACCP” applicato alla Fitoiatria, l’autocontrollo igienico e fitosanitario costituisce l’arma più indicata per la prevenzione a tutti i livelli, partendo dal seme fino alla piantina:
- limitazione nell’ingresso degli operatori nelle serre di produzione, specie dove sussistano le condizioni per l’infezione, come piante infette o sospette;
- predisporre indumenti protettivi come camici, tute e calzari monouso, igienizzando gli stessi con detergenti specifici o con soluzioni di Fosfato trisodico (10%) o Ipoclorito di Sodio (5-20 cc/dl di formulati al 5%);
- isolare le piante e i lotti di piante rilevate infette, tenendo conto anche del terreno e/o dei substrati su cui esse sono coltivate;
- igienizzare tutte le superfici a contatto con le colture (compresi i tappettini per la disinfezione delle scarpe, posti all'ingresso delle strutture), le aree di lavorazione, gli strumenti, i macchinari utilizzati;
- programmare le possibili visite tecniche non procastinabili, mettendo a disposizione ogni accorgimento di disinfezione e profilassi;
- consentire il raggiungimento di un vuoto biologico intorno alle strutture produttive, mediante l’eliminazione di ospiti intermedi della patologia, come erbe infestanti: Chenopodiacee, Solanacee spontanee e Stramonio;
- logico e obbligatorio per legge, utilizzare sementi certificate e limitare il “fai da te” (talea e altre tecniche non autorizzate di propagazione);
- scegliere e acquistare SEMI e PIANTE CERTIFICATE, facilmente tracciabili;
- scegliere VARIETA’ TOLLERANTI e/o RESISTENTI man mano che si rendono disponibili dalle aziende del seme;
- in ultimo, ma non meno importanti, somministrare periodicamente formulati in grado di favorire le capacità rigeneranti e di resistenza delle piante, mediante induttori di resistenza, come quelli a base di Chitosano, Acido Salicilico (Merlino, Itaka), Fosfiti, oppure con Si e Ca (Barrier Si-Ca, Cosmocell), capaci di stimolare la risposta mediata (SAR, IR) delle piante agli stress biotici e abiotici, favorendo la prevenzione di stati patologici e sostenendo eventuali riprese vegetative della colture.
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fonti:
https://gd.eppo.int/taxon/TOBRFV/distribution
Alfaro-Fernández A, Castillo P, Sanahuja E, Rodríguez-Salido MDC, Font MI. First report of Tomato brown rugose fruit virus in tomato in Spain. Plant Dis. 2020 Sep 23. doi: 10.1094/PDIS-06-20-1251-PDN. Epub ahead of print. PMID: 32967554.
Cambrón-Crisantos JM, Rodríguez-Mendoza J, Valencia-Luna JB, Alcasio-Rangel S, García-Ávila CJ, López-Buenfil JA and Ochoa-Martínez DL (2018) First report of Tomato brown rugose fruit virus (ToBRFV) in Michoacan, Mexico. Revista Mexicana de Fitopatología 37(1). DOI: 10.18781/R.MEX.FIT.1810-5
DECISIONE DI ESECUZIONE (UE) 2019/1615 DELLA COMMISSIONE del 26 settembre 2019 che istituisce misure d'emergenza per impedire l'introduzione e la diffusione nell'Unione del virus ToBRFV (Tomato brown rugose fruit virus)
Dombrovsky, Aviv & Smith, Elisheva. (2017). Seed Transmission of Tobamoviruses: Aspects of Global Disease Distribution. 10.5772/intechopen.70244.
Luria N, Smith E, Reingold V, Bekelman I, Lapidot M, Levin I, et al. (2017) A new Israeli Tobamovirus isolate infects tomato plants harboring Tm-22 resistance genes. PLoS ONE 12(1). e0170429. https://doi.org/10.1371/journal.pone.0170429
Levitzky N, Smith E, Lachman O, Luria N, Mizrahi Y, Bakelman H, Sela N, Laskar O, Milrot E, Dombrovsky A. The bumblebee Bombus terrestris carries a primary inoculum of Tomato brown rugose fruit virus contributing to disease spread in tomatoes. PLoS One. 2019 Jan 17;14(1):e0210871. doi: 10.1371/journal.pone.0210871. PMID: 30653593; PMCID: PMC6336271.