L’iperidrosi o eritema è una caratteristica alterazione dello sviluppo vegetativo di colture, specie se allevate in serra, implicante la fisiologia della traspirazione. Si manifesta sottoforma di escrescenze puntiformi a livello della pagina inferiore delle foglie: queste spesso degenerano determinando ulcere e punti più o meno cicatrizzati, esponendo gli organi colpiti a infezioni secondarie da parte di patogeni da ferita.
Il fenomeno è provocato da una vera e propria ritenzione idrica dei tessuti, a causa di un eccessivo assorbimento di acqua non compensata da un’adeguata traspirazione delle piante. Ciò provoca un progressivo aumento del volume vacuolare con conseguente accumulo di acqua a livello cellulare. Le cellule, quindi, rigonfiano comportando l’espansione di talune aree dei tessuti fogliari e determinando la comparsa di pustole ripiene di liquido, soprattutto in prossimità delle nervature centrali e laterali. Quando ulcerate, le escrescenze tendono a fondersi e a creare ampie zone disidratate lungo tutto il lembo fogliare inferiore.
La fisiopatia è frequente in ambiente protetto, ove il pedoclima particolarmente umido e caldo a livello del terreno, consente alle radici di funzionare in maniera più che efficiente: la porzione di chioma, sovente esposta a un regime termico più rigido e con una UR molto elevata, non consente uno scambio ottimale tra l’acqua interna dei tessuti e l’acqua vaporizzata presente oltre gli stomi i quali tendono a chiudere o a funzionare in modo parziale, bloccando di fatto la traspirazione e favorendo l'accumulo di liquido nei tessuti. A favorire la fisiopatia, la chioma folta e la relativa vicinanza delle foglie a livello del suolo, che tende a favorire l’accumulo di UR tra suolo e foglie.
La fisiopatia solitamente non comporta danni alla produzione generale, tuttavia nei casi gravi è possibile che si instaurino, come già citato, patologie secondarie.
Sicuramente quando il fenomeno è esteso a tutto l'appezzamento e coinvolge gran parte della chioma. E ciò perché in grado di favorire infezioni secondarie, come quelle causate da Batteri, se persistono le condizioni di elevata UR.
Come è possibile ridurre l’incidenza della fisiopatia?
Da un punto di vista agronomico, innanzitutto, favorendo una maggiore aerazione della coltura, agendo sulle aperture e sulla ventilazione della serra; altresì, rimodulando gli apporti idrici e la somministrazione dei fertilizzanti, generando e mantenendo costante la conducibilità nella soluzione circolante.
Altre soluzioni prevedono il rinforzo, la strutturazione e il mantenimento dei tessuti con la somministrazione di induttori di resistenza e specialità in grado di bilanciare la vegeto-generatività delle piante.
A tal proposito, alleati da sempre degli Agricoltori, sono le specialità contenenti sostanze come amminoacidi, fulvati, umati, ecc., ad azione ormono-simile e osmoregolatrice (Maxi-Kare, Humifert, Cosmoel), in grado di ristabilire l’equilibrio vegetativo delle colture, nonché favorire la resistenza delle piante all’azione di fattori abiotici di disturbo che possano accelerare e/o aggravare condizioni di eccessiva vigoria vegetativa.
Devi risolvere un problema in agricoltura? Siamo al tuo fianco!
Fonti:
Riconoscimento e lotta alle principali avversità del pomodoro da mensa in coltura protetta, Laore, Reg. Aut. della Sardegna (2008)
Pollini A., La difesa delle piante da orto (2008), Edagricole