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SALINITÀ, TOLLERANZA ALLO STRESS E RITARDI VEGETATIVI

04-09-2021 13:04

Raggio Verde

Attività Agronomica ed Esperienze di Campo, Ricerca e Fitoiatria, Cultura Agraria, Cosmocel,

SALINITÀ, TOLLERANZA ALLO STRESS E RITARDI VEGETATIVI

Quando in campo sussiste una scarsa qualità dell’acqua irrigua, ovvero quando essa è dotata un’alta concentrazione di soluti disciolti, e quando...

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Quando in campo sussiste una scarsa qualità dell’acqua irrigua, ovvero quando essa è dotata un’alta concentrazione di soluti disciolti, e quando non è possibile dilavare i sali accumulati nel substrato mediante un adeguato drenaggio, vuoi per le condizioni strutturali del suolo o vuoi per la relativa asfissia del substrato, possono raggiungere immediatamente concentrazioni dannose per le specie orticole coltivate. Ciò succede soprattutto nel periodo odierno, quando è ancora presente una radiazione sufficiente a innalzare facilmente i livelli di ET (EvapoTraspirazione): spesso, nelle colture protette in post-trapianto, si tende ad abbassare tali livelli con l’irrigazione sovrachioma, mediante l’impianto di nebulizzazione che, in presenza di acque qualitativamente scarse, può ulteriormente aggravare i possibili danni da eccesso di Sali.

 

Essi, nelle piante Glicofite (non tolleranti), determinano diverse alterazioni nelle capacità di sviluppo, come:

  • inibizione dei processi di crescita;
  • decolorazione delle foglie;
  • riduzione della biomassa e del peso secco;
  • disfunzioni nell’assorbimento ionico a livello radicale;
  • riduzione nello sviluppo della rizosfera e dell’estensione delle radici.

 

Tuttavia specie e varietà possono mostrare dissimile tolleranza a diversi gradi di salinità, in rapporto anche alle tecniche di coltivazione e all’ambiente pedoclimatico. Tra le orticole, come Cucurbitacee e Solanacee, i valori di tolleranza si attestano a range variabili in base alle specie considerate:

 

  • da 0.5 fino a 4,4 mS/cm (con perdita fino al 25% della produzione) per il Pomodoro;
  • da 1,0 fino a 2,2 mS/cm (con perdita fino al 25% della produzione) per il Peperone;
  • da 1,0 fino a 3,2 mS/cm (con perdita fino al 25% della produzione) per lo Zucchino;
  • da 1,5 fino a 3,8 mS/cm (con perdita fino al 25% della produzione) per il Cocomero;
  • da 1,7 fino a 5,5 mS/cm (con perdita fino al 25% della produzione) per il Melone.

(da: Lantzke et al. (2007), De Pascale et al. (2012), Orsini et al. (2013)

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I Sali determinano lesioni a livello dei tessuti, specie nella rizosfera, accumulandosi nel substrato e abbassando il potenziale idrico del suolo. La vegetazione, composta dalle foglie, è la diretta responsabile nella creazione di un potenziale idrico sufficiente (negativo) per favorire la risalita della linfa dal terreno alle foglie: con una EC sempre più sfavorevole (positiva verso il basso), esse sono costrette a sviluppare un potenziale negativo sempre più alto, squilibrando pertanto l’intero assetto idrico della pianta, che vede inibire la sintesi di alcuni dei più importanti processi di sviluppo e crescita, come la produzione di fitormoni di auxine e gibberelline, a favore di acido abscissico ed etilene, quest’ultimi ormoni cosiddetti “della vecchiaia”.

 

Come già abbondantemente discusso in “DESALINIZZANTI ORGANICI, VIE DI RISTORO PER SUOLI E PIANTE”, molto si è cercato per poter ridurre la dannosità dei Sali in eccesso e, soprattutto, l’elevata concentrazione di Sodio (presente come Cloruro di sodio, NaCl) nelle acque irrigue.

 

Alcune delle tecniche atte alla riduzione della problematica, si basano sull’impiego, già in pre e post-trapianto, di desalinizzanti a base organica e Ca++ (Soilex, Cosmocel e Mainstay Calcio, Cosmocel), associando gli stessi a promotori della crescita radicali, ad alto contenuto amminoacidico, fulvati e umati (Rootex, Cosmocel), al fine di potenziare i processi assorbitivi nella rizosfera contemporaneamente all’attività di aumento del potenziale idrico negativo, responsabile della risalita della linfa verso la chioma.

 

Nelle foto allegate, una coltura soggetta a irrigazione con acque saline formanti aggregati di NaCl, dopo la completa evaporazione di un film di acqua generato dalla rottura dell’impianto idrico che ha quindi “inondato” la coltura in precedenza.

 

fonti:

Cherry, J. H., ed. (1989) Environmental stress in plants: biochemical and physiological mechanisms associated with environmental stress tolerance in plants (NATO ASI Series G, vol.19)

Donahue, R.L., Miller, R.W., Shickluna, J.C. (1977) Soils – An introduction to soils and plant growth, 4th Ed., Prentice-Hall, Englewood Cliffs, N.J.

Good Agricultural Practices for greenhouse vegetable crops: Principles for Mediterranean climate areas, FAO, 2013

Kovda, V.A., Szabolcs I. (Ed.) – Modelling of soil salinization and alkalization. Agrokémia és Talajtan, Budapest, 1948

Maas, E.V., and Hoffman, G.J. (1977) Crop salt tolerance-Current assessment. J. irrig. drainage Div. Am. Soc. Civ. Eng. 103: 115-134

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