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FREDDO, LIVIDI E CICATRICI: È TEMPO DI RIGENERAZIONE

27-02-2021 11:13

Raggio Verde

Attività Agronomica ed Esperienze di Campo, Cosmocel,

FREDDO, LIVIDI E CICATRICI: È TEMPO DI RIGENERAZIONE

Febbraio è ormai giunto al termine, portando con sé gli strascichi di un “lungo inverno”, quasi terminato in bellezza con giorni di vero e proprio gelo...

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Febbraio è ormai giunto al termine, portando con sé gli strascichi di un “lungo inverno”, quasi terminato in bellezza con giorni di vero e proprio gelo (temperature tra 0°C e anche meno…), deleterio per certune colture in serra. 

 

Le basse temperature sono state, sin da tempi immemori, il vero e proprio terrore dell’Agricoltore, sorprendendo spesso i coltivati e le piante e cagionando ingenti perdite produttive ed economiche, in particolare per le colture in pieno campo. 

 

Le specie allevate in serra godono invece di una certa “protezione” nei confronti di questa avversità ambientale, grazie ai vantaggi offerti dall’effetto serra garantito dalla struttura e dalle coperture fotoselettive e termiche. Tuttavia anche in questo caso, l’intensità e la durata dei bassi regimi termici, possono mettere a dura prova le piante, generando danni di lieve, moderata o elevata entità.

 

Le conoscenze sui processi fisiologici di riposta dei vegetali agli effetti che il raffreddamento genera sono abbastanza note, e, grazie ad esse, diviene sempre più semplice provvedere ad interventi precoci (ma anche postumi) per garantire sia protezione, che una ripresa vegeto-generativa alle colture.

 

I sintomi visivi e fisiologici più comuni, in solanacee e cucurbitacee, sono ravvisabili in:

  • scomparsa della clorofilla con conseguente clorosi della vegetazione e blocco del metabolismo fotositetico;
  • arresto nella traslocazione dei carboidrati, del flusso xilematico (quindi dei nutrienti NPK e microelementi) e conseguentemente della traspirazione;
  • inibizione del metabolismo proteico di sintesi e blocco nella produzione di ormoni, con successivi aborti fiorali e dei frutticini allegati;
  • stasi nell’attività radicale (minimo ≥ 10°C);
  • necrosi dei tessuti più acquosi, per congelamento dell’acqua citoplasmatica e/o intercellulare;
  • ferite e microferite dovute agli sbalzi repentini, con rischio di ingresso per patogeni opportunisti come Botrytis cinerea.

La più recente letteratura scientifica, ha scoperto, come baluardi adattativi contro il congelamento, il ruolo di certe proteine di resistenza al gelo, che tendono ad accumularsi qualora le piante possano essere state biostimolate nella loro produzione in precedenza: esse legandosi ai cristalli di ghiaccio, evitano la rottura delle cellule e quindi dei processi necrotici. Allo stesso modo agisce l’accumulo (preventivo) di pigmenti e soluti, come alcuni carboidrati (mannitolo, sorbitolo, ecc.) che, alla stregua di un “liquido antigelo”, abbassano ulteriormente la temperatura di congelamento.

 

Anche nel recupero da stress termici, le piante sfruttano lo sostanze e fitormoni in grado di favorire la ripresa vegetativa e generativa: l’IAA (acido 3-indolacetico), le GA (gibberelline) e l’ABA (acido abscissico) sono i fitormoni più importanti, e il loro contrastante equilibrio, sostenuto dal basso regime termico, può essere reindirizzato attraverso accorgimenti biostimolanti ad-hoc.

 

Somministrare formulati, a livello epigeo, contenenti amminoacidi e peptidi a basso peso molecolare, estratti di Alghe ricchi di Citochinine, fitormoni e Triptofano (Algon T, Tripton L - Simcro), favoriscono la ripresa graduale e completa dei processi di crescita, così come l’arricchimento del substrato di crescita di sostanze umiche, fulviche e peptidi (H850, Rootex - Cosmocel), assicura una nuova attività radicale e un effetto fitostimolante. Queste sostanze sono anche in grado di esercitare, purché in modalità preventiva, la produzione di tutti quei componenti chimici citati poco sopra (proteine antigelo, pigmenti, zuccheri, ecc.), in grado di assicurare un’aumentata resistenza agli estremi termici e quindi ad un superiore acclimatamento delle piante alle variabili ambientali.

 

fonti

L. Taiz - E. Zeiger, Fisiologia Vegetale, 5-6 Ed. - Piccin - 2005/2015

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